È a Giosetta Fioroni che Enzo Cannaviello ha affidato il compito di traghettare il suo Studio d’Arte dalla sede attuale, in piazzetta Bossi, a quella in cui si trasferirà a settembre. Fino al 25 maggio presenta, infatti, una mostra di suoi lavori degli anni ’60 e ’70, quando l’artista romana (1932) esordiva con le diafane opere che il suo compagno di vita, lo scrittore Goffredo Parise, definiva «Argenti: diapositive di sentimenti».
La mostra riunisce oltre 20 suoi lavori di quella serie, tra carte e tele di medie dimensioni, realizzate con lo smalto d’alluminio. In essi ci s’imbatte in figure sospese, tracciate sul fondo chiaro con quel suo tratto discontinuo e allusivo: in prevalenza immagini di protagoniste dello star system (erano gli anni della Pop art e lei, con Schifano, Angeli e Festa, formava il gruppo della «Scuola di Piazza del Popolo», declinazione italiana di quel linguaggio) ma anche di bambini o citazioni di opere famose della storia dell’arte.
Articoli precedenti
Il nuovo progetto culturale di Platea, associazione culturale nata nel 2020 dalla volontà di un gruppo lodigiano di appassionati di arte e architettura
Nacquero da Luca Giordano (con la mediazione dei veneziani) i singolari rapporti, poco noti ma fondamentali, tra la città orobica e il Viceregno di Napoli testimoniati dai capolavori del ’600 napoletano ora esposti
In Triennale Milano una grande mostra con oltre 400 lavori dell’architetto, designer, artista, critico e direttore di riviste, curata da Fulvio Irace
Presentata a Milano la nuova grande installazione site specific di Michelangelo Pistoletto che inaugurerà il 18 aprile a Venezia il nuovo spazio Sanlorenzo Arts