A Cartagine la biblioteca di Sabatino Moscati

Nell’anno del centenario della nascita del grande storico del mondo antico il dono da parte dei familiari alla città a cui ha dedicato gran parte dei suoi interessi di studio

Sabatino Moscati
Giuseppe M. Della Fina |  | Cartagine

Nell’anno del centenario della nascita di Sabatino Moscati (Roma, 1922-97), il 14 dicembre inaugura la biblioteca a lui intitolata all’interno del Museo Nazionale di Cartagine sulla collina della Byrsa. La biblioteca è stata donata dai suoi familiari alla Scuola Archeologica Italiana di Cartagine con l’impegno che fosse collocata nella città a cui il grande filologo e archeologo ha dedicato gran parte dei suoi interessi di studio. Il fondo librario è costituito da oltre 6mila volumi che spaziano dalla preistoria al Medioevo e geograficamente hanno il loro cuore nel Mediterraneo antico. Le istituzioni tunisine coinvolte nella gestione della biblioteca, oltre al museo che la ospita, sono l’Institut National du Patrimoine, l’Agence de mise en valeur du patrimoine e de promotion culturelle e l’Association historique et archéologique de Carthage. 

Sabatino Moscati è stato uno dei maggiori storici del mondo antico del ’900 e i suoi interessi, come amava ripetere, hanno seguito la via del sole, da Oriente a Occidente, arrivando a portare una luce nuova sul ruolo dei Fenici e dei Cartaginesi nella storia del Mediterraneo durante il I millennio a.C. La sua attività scientifica si è affiancata alla volontà di formare nuove generazioni di studiosi insegnando in diverse università, promuovendo la nascita di centri di ricerca nell’ambito del Consiglio Nazionale delle Ricerche e impegnandosi nelle iniziative dell’Accademia Nazionale dei Lincei, di cui è stato prima vicepresidente e poi presidente (1994-97).

Intensa è stata anche la sua attività per comunicare la bellezza, le difficoltà e i risultati delle ricerche archeologiche collaborando alle pagine dei quotidiani «Il Messaggero», il «Corriere della Sera», «La Stampa» e fondando e dirigendo a lungo il mensile «Archeo». Il suo nome è legato anche a due mostre di grande successo «I Fenici» (1988) e «I Celti» (1991) negli spazi di Palazzo Grassi a Venezia.

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