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Federico Florian
Leggi i suoi articoliLondra. Dal 16 gennaio al 5 aprile il Camden Arts Centre ospita la prima personale londinese di Vivian Suter. Mostra che si inserisce all’interno di una recente ondata di interesse da parte di istituzioni internazionali verso la pratica della settantenne pittrice argentina: specialmente in Gran Bretagna, dove un’installazione della Suter [Nisyros (Vivian’s Bed)] è ora in mostra alla Tate Liverpool (fino al 15 marzo) e una sua nuova commissione per Art on the Underground verrà installata quest’estate presso la fermata della metropolitana di Stratford a Londra.
Il progetto al Camden si configura come una cacofonia pittorica, in cui i dipinti dell’artista, installati a mezz’aria all’interno dello spazio espositivo, evocano l’intricata flora della foresta tropicale del Guatemala, in cui sono stati concepiti. Lo studio della Suter, difatti, sorge nel cuore della giungla, a Panajachel, a pochi passi dal lago vulcanico Atitlán.
La natura, secondo la maniera pittorica dell’artista, diviene parte integrante dell’opera d’arte: se, da un lato, le composizioni semiastratte e policrome alludono alle forme e ai colori della foresta, dall’altro le tele vengono lasciate all’aperto per assorbire le tracce della pioggia, delle foglie, del passaggio degli animali. Il risultato è un archivio allo stesso tempo esatto e immaginifico dello splendido ambiente naturale in cui i lavori sono prodotti.
La Suter, inoltre, ha realizzato un nuovo corpus di dipinti per il giardino dello spazio londinese: trasferiti dalla giungla al paesaggio invernale di Londra, questi lavori muteranno durante la durata della mostra, incorporando le impronte del luogo che temporaneamente abiteranno.
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