Image

Lotte Beese © Bauhaus-Archiv Berlin

Image

Lotte Beese © Bauhaus-Archiv Berlin

494 ragazze per il Bauhaus

La pionieristica scuola fondata da Walter Gropius nel 1919 fu la prima ad ammettere le ragazze. Ma l’uguaglianza di genere era solo apparente

Valeria Tassinari

Leggi i suoi articoli

I numeri, divisi per categorie, Anty Pansera ce li dà fin dalla copertina, con una precisione mai vista prima, grazie alla quale finalmente scopriamo cifre decisamente importanti, in senso quantitativo e qualitativo, per valutare la presenza delle donne al Bauhaus. 494, non una di meno, è il totale delle figure femminili gravitate nella pionieristica scuola fondata da Walter Gropius nel 1919 dove, per la prima volta, si ammettevano anche le ragazze. Ma attenzione: di queste ben 475 furono Bauhausmädels (allieve) mentre pochissime ebbero ruoli autonomi, se si pensa che solo undici furono docenti, una manager, una fotografa e sei ruotarono intorno al capo.

Non si creda, dunque, che tra gli indiscussi pregi del Bauhaus ci sia stata anche l’affermazione di una reale uguaglianza di genere, perché proprio considerando l’alto numero di iscritte (praticamente un terzo del totale) e l’entusiastica adesione di ragazze provenienti da diversi luoghi della Germania, i nomi di coloro che sono divenute celebri è esiguo rispetto alle tantissime divenute invisibili, soffocate dall’ombra di uomini importanti o sparite senza lasciare alcuna traccia documentaria.

Anche nella scuola più rivoluzionaria, dunque, le pari opportunità rimasero una bandiera di parole per un uomo come Gropius, convinto che le donne «avessero un pensiero bidimensionale» e fossero inadatte per l’architettura, e per i tanti Maestri che le indirizzavano sempre e solo a laboratori «fisicamente leggeri», come la ceramica e la tessitura.

Così, se si conferma la pervasività di una discriminazione di genere che nemmeno in quel tempio del pensiero creativo si seppe superare, dall’altro lato, dietro ai numeri riconteggiati dall’autrice, in questo libro troviamo un puntuale risarcimento di memoria che vale come un monumento, concentrato nella ricostruzione di storie personali e professionali narrate molto bene, e in una tavola sinottica (a cura di Mariateresa Chirico) che restituisce a tutte almeno un nome e dati di esistenza. 

494 Bauhaus al femminile,

di Anty Pansera, 302 pp., ill. b/n, Nomos, Busto Arsizio 2021, € 24,90

Lotte Beese © Bauhaus-Archiv Berlin

Valeria Tassinari, 24 settembre 2022 | © Riproduzione riservata

Altri articoli dell'autore

A cinquant’anni dalla fondazione, il MAMbo rende omaggio al centro di ricerca che per un ventennio è stato fondamentale punto di produzione e promozione della Video arte internazionale

Michele Dantini disegna una geografia delle controversie che nei secoli hanno accompagnato il tema dell’immagine e della raffigurazione dello spirituale, metafisico o divino

Inaugurato a Ferrara il nuovo museo dedicato al regista Michelangelo Antonioni, con 47 mila oggetti d’archivio. La prima mostra propone un confronto con Giorgio Morandi e Cy Twombly

Incontro con la vincitrice della nona edizione del Max Mara Art Prize for Women. Le opere realizzate durante la residenza in Italia saranno presentate alla Whitechapel Gallery e alla Collezione Maramotti

494 ragazze per il Bauhaus | Valeria Tassinari

494 ragazze per il Bauhaus | Valeria Tassinari