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Al Louvre 170 opere sul tema coprono un arco cronologico dall’antichità ad oggi. Nella Rotonde Sully, una monografica sul disegno bolognese nel Cinquecento
- Luana De Micco
- 10 ottobre 2022
- 00’minuti di lettura


«Cabeza de vaca. Early Works Paris», di Andres Serrano. Parigi, Collezione Antoine de Galbert. © Collection Antoine de Galbert Arthur-Toqué. © Andres Serrano
Per una storia della natura morta
Al Louvre 170 opere sul tema coprono un arco cronologico dall’antichità ad oggi. Nella Rotonde Sully, una monografica sul disegno bolognese nel Cinquecento
- Luana De Micco
- 10 ottobre 2022
- 00’minuti di lettura
Luana De Micco
Leggi i suoi articoli«La mostra intende ristabilire un dialogo tra un genere percepito come antiquato e il pubblico: la natura morta è una delle evocazioni artistiche più incisive della vita sensibile. Perché gli esseri umani vivono con le cose e vi sono legati, perché le cose occupano uno spazio determinante nelle vite e negli immaginari, la natura morta dice molto di noi e ha molto da dirci», osserva Laurence Bertrand Dorléac, storica dell’arte e curatrice della mostra «Les choses. Una storia della Natura morta», organizzata dal Louvre dal 12 ottobre al 23 gennaio.
Il museo parigino riabilita dunque un genere artistico che è più vivo di quanto lasci intendere l’espressione usata per definirlo. Sono allestite più di 170 opere prestate da istituzioni internazionali e collezioni private.
In un percorso multidisciplinare, che dalla pittura e la scultura spazia al video, la fotografia e il cinema, e che attraversa le epoche, dall’antichità ad oggi, ci si imbatte in opere di Nan Goldin, Andres Serrano, René Magritte, Giorgio de Chirico, Salvador Dalí, Esther Ferrer, Robert Golber, Vincent van Gogh. Tra i temi trattati, le cose in quanto oggetti di credenze, di scambio, di emancipazione, di vanità.
All’ingresso del museo, sotto la Piramide di Pei, è inoltre esposta un’opera di Barthélémy Toguo, «Le Pilier des migrants». Fino al 16 gennaio, il Louvre espone anche, nella Rotonde Sully, una selezione di 44 disegni della scuola bolognese del ’500, attinti dalle sue collezioni. Sono opere di Peregrino da Cesena, Marcantonio Raimondi e Amico Aspertini, Pellegrino Tibaldi, Prospero Fontana, Lorenzo Sabatini, Orazio Sammachini e Bartolomeo Passerotti.

«Cabeza de vaca. Early Works Paris», di Andres Serrano. Parigi, Collezione Antoine de Galbert. © Collection Antoine de Galbert Arthur-Toqué. © Andres Serrano