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Ingresso alla cittadella di Aleppo. © Sultan Kitaz 2014

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Ingresso alla cittadella di Aleppo. © Sultan Kitaz 2014

In memoria della Siria

Al Pergamonmuseum una mostra sul paesaggio culturale del Paese, devastato dalla guerra

Francesca Petretto

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Come si possa conservare il patrimonio culturale di un Paese devastato dalla guerra lo suggerisce l’attesa mostra «Il paesaggio culturale della Siria. Salvare e archiviare in tempo di guerra» allestita dal 28 febbraio al 25 maggio nelle sale del Pergamon dal Museum für Islamische Kunst di Berlino: un invito al viaggio, a esplorare i paesaggi antropizzati della Siria attraverso gli occhi di chi li ha visti, vissuti e documentati in foto, video e installazioni dell’ormai ricchissimo database creato dal 2013 ad oggi dagli esperti del Syrian Heritage Archive Project.

In appena cinque anni di intenso lavoro son stati in grado di ricostruire virtualmente quanto le bombe avevano distrutto e recuperare memorie che nemmeno la guerra è stata in grado di cancellare: l’archivio digitale costruito grazie alla cooperazione degli Staatliche Museen zu Berlin con il Deutsches Archäologisches Institut (Dai), storicamente presente in Siria e attivo in numerose campagne di scavo dagli anni Ottanta ad oggi, è un grande regalo per i posteri e un’imperdibile opportunità per un auspicato, vicino futuro di ricostruzione del Paese lacerato da una guerra civile oramai in corso da oltre otto anni.

Grazie al Dai l’attenzione è stata posta anzitutto sulla raccolta di reperti, mappe, disegni, indagini varie riguardanti le antiche ricchezze di Damasco, Palmira, Raqqa e le cosiddette «città morte» di età cristiana (come la celeberrima fortezza dei crociati, Krak des Chevaliers, già ricostruita) e naturalmente delle devastate Aleppo e Bosra.

Non è un’esagerazione affermare che la Siria sia stata per molti versi la culla della civiltà: qui ha fatto la prima comparsa l’alfabeto, qui sono anche le prime testimonianze di vita urbana; monumenti storici e archeologici unici attestano la storia millenaria del Paese, fatta di incontri fra culture, come le antiche del Vicino Oriente, quelle greca e romana, bizantina-cristiana e islamica; tutte vi hanno lasciato le proprie inconfondibili tracce e nella diversità che ne è scaturita, in questo antico multiculturalismo sta la meraviglia del patrimonio culturale della Nazione.

Syrian Heritage Initiative si è impegnata nel tentativo di tenerne in vita questo inestimabile tesoro materiale e immateriale, partendo dalla più antica città del mondo ininterrottamente abitata dall’uomo, Aleppo: il team di «Crossroads Aleppo: la nostra città, il nostro patrimonio comune, la nostra memoria» ha creato un catalogo bilingue di monumenti architettonici distrutti; mentre la «Mappa del patrimonio interattivo della Siria» raccoglie tradizioni e ricordi orali di siriani per siriani.

Tutti questi progetti fanno capo al nuovo archivio internet della piattaforma multilingue in tedesco, inglese e arabo (syrian-archive.org), oggi facilmente accessibile a un vasto pubblico, invitato a parteciparvi attivamente, con la possibilità di caricare sempre più nuovi, inediti contributi: una preziosa iniziativa umana che ha coinvolto anche migliaia di rifugiati siriani in Germania e che sarà possibile leggere in una pubblicazione di accompagnamento alla mostra.

Ingresso alla cittadella di Aleppo. © Sultan Kitaz 2014

Francesca Petretto, 27 febbraio 2019 | © Riproduzione riservata

In memoria della Siria | Francesca Petretto

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