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Il Fotomuseum di Anversa presenta una retrospettiva dedicata a Bertien Van Manen, fotografa olandese che ha documentato la vita di migliaia di persone incontrate in giro per il mond
- Luana De Micco
- 20 luglio 2022
- 00’minuti di lettura


Un particolare di «Tao in her dormitory» dalla serie «East wind west wind» (1998) di Bertien van Manen © Bertien van Manen
Al Fomu la carriera pluridecennale di Bertien Van Manen
Il Fotomuseum di Anversa presenta una retrospettiva dedicata a Bertien Van Manen, fotografa olandese che ha documentato la vita di migliaia di persone incontrate in giro per il mond
- Luana De Micco
- 20 luglio 2022
- 00’minuti di lettura
Luana De Micco
Leggi i suoi articoliIl Fotomuseum di Anversa (Fomu), presenta fino al 28 agosto «Wish I Were Here», una retrospettiva dedicata a Bertien Van Manen, fotografa olandese (nata nel 1942) che, con uno stile molto personale e un approccio al limite dell’antropologia, ha documentato la vita di migliaia di persone incontrate in giro per il mondo, dall’Olanda all’Ungheria, passando per la Cina.
Bertien Van Manen si interessa ai momenti della vita quotidiana e privata delle persone che ritrae: su di loro posa il suo obiettivo con empatia e rispetto, usando spesso macchine compatte, a volte usa e getta. La retrospettiva è stata realizzata in stretta collaborazione con la fotografa, a partire da un lavoro di ricerca di due anni nei suoi archivi personali affidato al graphic designer Hans Gremmen, da cui è nato il volume Archive (Mack, 2021).
Dei primi anni ’90 è la nota serie realizzata nei Paesi dell’ex Unione Sovietica, che la fotografa ha attraversato per due anni con l’obiettivo di documentare il crollo del regime e la povertà della gente. Gli scatti di Odessa, in Ucraina, fanno eco all’attualità della guerra in corso. Un altro celebre progetto è quello realizzato tra i lavoratori poveri delle miniere sulla catena degli Appalachi, in America del Nord, una regione dalla bellezza straordinaria, da cui è nato il libro Moonshine.
Sempre fino al 28 agosto il Fomu propone anche la mostra «Santa Barbara» di Diana Markosian, prima tappa europea dopo l’allestimento all’Icp di New York. Attraverso video e foto, l’artista, nata a Mosca nel 1989, evoca la storia della sua famiglia, arrivata in California dall’Armenia natale dopo il crollo dell’Urss, sulla scia della famosa soap opera, alla ricerca del sogno americano.