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Con una costellazione di oltre trenta mostre diffuse in dieci luoghi istituzionali, 300 eventi del circuito Off e la designazione a sede, il 5 maggio, di una delle due giornate degli Stati generali della fotografia promossi dal Mibact, Reggio Emilia dà il via, tra il 5 e il 7 maggio, a Fotografia Europea 2017 (fino al 9 luglio), XII edizione di una manifestazione sempre più ricca e autorevole, dedicata quest’anno al tema «Mappe del tempo. Memoria, archivi, futuro». Alle sue rassegne si aggiungono altre esposizioni collegate a Bologna, Parma, nella stessa Reggio e, novità di quest’anno, alla Fondazione Fotografia di Modena.
Novità del 2017 è anche la collaborazione avviata con altre tre importanti realtà nazionali (Photolux Festival di Lucca; Cortona on the move. International Photography Festival di Cortona; Festival della Fotografia Etica di Lodi) che, insieme, formeranno una rete, per realizzare produzioni condivise.
Prodotta e organizzata dalla Fondazione Palazzo Magnani e dal Comune di Reggio Emilia, e curata da Elio Grazioli, Walter Guadagnini e Diane Dufour, Fotografia Europea 2017 si propone come un’indagine sul tema dell’archivio e sul nuovo modo, critico e creativo, con cui gli artisti vi si sono confrontati negli ultimi anni, da quando l’avvento di internet ha rivoluzionato il ruolo e l’uso delle immagini: «Archivio, spiegano i curatori, non come luogo chiuso della conservazione ma come luogo diffuso dove trovare le storie e le immagini che possono aiutare a comprendere il presente e immaginare il futuro».
S’inizia a Palazzo Magnani con «Paul Strand e Cesare Zavattini. Un Paese. La storia e l’eredità», omaggio al libro fotografico Un paese (Einaudi, 1955), diventato poi il modello per gli scatti in mostra di Gianni Berengo Gardin, Luigi Ghirri, Stephen Shore, Olivo Barbieri e per opere di Claudio Parmiggiani. Ai Chiostri di San Pietro, luogo cardine del festival, si aprono cinque rassegne: «Dall’archivio al mondo. L’atelier di Gianni Berengo Gardin» (con Fondazione Forma) sullo studio e archivio di questo maestro, e «Up to Now. Fabrica Photography», sulle fotografie d’archivio e sui progetti di Fabrica by Benetton Group.
Con questi, ci sono «Les Nouveaux Encyclopédistes», progetto curatoriale di Joan Fontcuberta; «Speciale Diciottoventicinque», realizzato da una ventina di ragazzi tra i 18 e i 25 anni sull’archivio di un privato, Giovanni Marconi, e «A Short History of South African Photography», focus storico-fotografico sul Sudafrica, Paese ospite del 2017.
E poi, ai Chiostri di San Domenico, «2017: altri paesi», riedizione attuale del libro del 1955, a opera di Tommaso Bonaventura, Aleix Plademunt e Moira Ricci; a Palazzo da Mosto, gli «Archivi del futuro» di Daniel Blaufuks, Alessandro Calabrese, Kurt Caviezel, Edmund Clark e Crofton Black, David Fathi, Agnès Geoffray, Teresa Giannico; negli spazi di Via Secchi 11 e della Galleria Parmeggiani, i sette migliori partecipanti (su 600) al progetto «Public Call 2017»; nel Palazzo dei Musei «Loop. Giovane Fotografia italiana #05»; nello Spazio Gerra, «Community Era-Echoes from the Summer of Love», a 50 anni dalla memorabile estate degli hippy; alla Biblioteca Panizzi «Foto graphia. Tra immagine e memoria», e al Museo della Storia della Psichiatria, il progetto «Satelliti» di Christian Fogarolli, basato sulla ricerca negli archivi di quel luogo di malattia e di dolore.