Image

Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Randa Maroufi, «Bab Sebta», 2019

Courtesy of the artist

Image

Randa Maroufi, «Bab Sebta», 2019

Courtesy of the artist

Un primo sguardo a «Lo schermo dell’arte 2025»

Alcune anticipazioni sulla 18ma edizione del festival di cinema e arte contemporanea che avrà luogo a Firenze (e in streaming) nella seconda metà del mese di novembre

Alessia De Michelis

Leggi i suoi articoli

Tra visioni post-coloniali, poetiche del suono e sperimentazioni immersive, la 18ma edizione del festival di cinema e arte «Lo schermo dell’arte» si conferma osservatorio sensibile delle urgenze contemporanee. Al centro del programma di quest’anno, che avrà luogo a novembre (dal 12 al 16 al Cinema La Compagnia e altri luoghi; fino al 23 invece in straming su Mymovies One) e sarà diretto da Silvia Lucchesi, il focus dedicato a Randa Maroufi (Casablanca, 1989), artista visiva che, attraverso film e installazioni, interroga i dispositivi di potere inscritti nei corpi, negli spazi pubblici e nella rappresentazione del genere. I suoi cinque film selezionati, tra cui «L’mina», vincitore a Cannes, riscrivono le regole dello sguardo e del montaggio, muovendosi tra narrazione e astrazione, realtà e finzione.

A inaugurare il festival, la lecture-performance «Non-Aligned Newsreels: Fragments» di Mila Turajlić, che rielabora materiali d’archivio dell’ex Jugoslavia e memorie orali legate ai movimenti di liberazione africani. Un lavoro di archeologia visiva che riflette su storia, propaganda e immaginario geopolitico.

Tra le anteprime italiane spicca «The Tree of Authenticity» (2025) di Sammy Baloji, riflessione stratificata sulla storia ecologica e coloniale del Congo, mentre Kahlil Joseph, già autore per Beyoncé e Kendrick Lamar, presenta «Blknws: Terms & Conditions», una sinfonia visiva sulla blackness come archivio vivo e palinsesto culturale.

Non meno radicale è «Sleep #2» di Radu Jude, che costruisce un film interamente basato sulle riprese continue della tomba di Andy Warhol, in un omaggio silenzioso alla temporalità estatica del cinema d’avanguardia.

Il festival ospita anche i due nuovi progetti prodotti tramite il Visio Production Fund: «La Défense III-Demons to Diamonds» di Valentin Noujaïm, noir metropolitano ambientato tra le torri del business parigino, e «Afternoon Histories» di Peng Zuqiang, che recupera il formato 8,75 mm per interrogarsi sul cinema come medium politico e mnemonico.

Due documentari completano il quadro: «Due qui/To Hear» di Matteo Frittelli, che racconta la genesi dell’opera dell’artista Massimo Bartolini per il Padiglione Italia alla Biennale di Venezia del 2024, e «Another Light on the Road», toccante ritratto domestico di Robert Frank e June Leaf nella loro casa canadese.

Infine, la sezione Virtual Reality apre nuove prospettive sensoriali con le opere di Valentina Furian e Claudia Losi, che esplorano i rapporti tra uomo, natura e narrazione attraverso ambienti immersivi.

Con il Premio Under 30 e lo streaming su Mymovies One, «Lo schermo dell’arte» continua ad ampliare i suoi confini, sostenendo una generazione di artisti che pensa per immagini, senza smettere di pensare. Sostenuta dalla Fondazione Cr Firenze, la rassegna rientra nel programma 50 giorni di cinema a Firenze, con il contributo della Regione Toscana-Giovanisì-Toscanaincontemporanea 2025 e del Comune, la collaborazione di Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Fondazione In Between Art Film, Frac Bretagne, Fondazione Palazzo Strozzi, Human Company, MYmovies, Institut français Firenze, il sostegno di Fondazione Nuovi Mecenati - Fondazione franco-italiana di sostegno alla creazione contemporanea, New York University Florence, Accademia di Belle Arti di Firenze e il Main Sponsor Gucci, affiancato da B&C Speakers, Unicoop Firenze.

Alessia De Michelis, 28 luglio 2025 | © Riproduzione riservata

Un primo sguardo a «Lo schermo dell’arte 2025» | Alessia De Michelis

Un primo sguardo a «Lo schermo dell’arte 2025» | Alessia De Michelis