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Daniela Ventrelli
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È stata una festa per Bari, ieri sera, la presentazione dell’installazione monumentale che l’artista Edoardo Tresoldi sta realizzando nell’area archeologica di San Pietro, vincitore di un bando internazionale ideato dal Segretariato Regionale del Ministero della Cultura della Puglia, diretto dall’architetto Maria Piccarreta. Il caldo torrido non ha fermato le centinaia di persone che hanno affollato la Chiesa di San Francesco della Scarpa per vedere il modello in scala e ascoltare la dialettica ispirata dello scultore nell’illustrare genesi e simboli della sua creazione artistica.
Esito di un lungo lavoro di ricerca e di ricostruzione del sito, l’installazione è un’impronta concreta e astratta al tempo stesso della memoria di un luogo simbolo della città, situato nel cuore di Bari vecchia e prospiciente il porto. Quattromila anni di storia di cui si è scelto di rappresentare gli ultimi dieci secoli di luogo di culto e cura, dalla prima chiesa altomedievale alla successiva forma romanica triabsidata, passando all’impianto seicentesco ad aula unica fino alla trasformazione in edificio civile e ospedale consorziale, nel luogo più antico della città con una stratificazione che a partire dall’Età del Bronzo è giunta fino a noi quasi senza soluzione di continuità.
Il metodo costruttivo riprende quello consueto dello scultore di Cambiago, che in Puglia aveva già lavorato nell’area archeologica di Siponto (2016): una fitta rete metallica, sapiente uso della trasparenza e un moderno impianto di illuminazione che al tramonto aggiungerà nuovo fascino a quello già prodotto dal sole e dalla luce esaltati dal vicinissimo mare. Sarà un’installazione molto alta, circa 25 metri, e potrà essere attraversata e fruita. Solo le pareti interne della chiesa più antica saranno «corporee», riempite di materiali di scarto provenienti da demolizioni di edifici urbani della città e del territorio. Frammenti di piastrelle per docce, cucine, case vissute e poi abbandonate, tracce di vita mai dimenticate esattamente come la storia di San Pietro. L’opera, destinata a cambiare lo skyline della città, si costituisce come naturale prosecuzione del Museo Archeologico di Santa Scolastica e dei resti di Santa Maria del Buon Consiglio, contribuendo di fatto alla nascita di un polo museale fortemente attrattivo in uno dei luoghi simbolo di rinascita culturale e sociale della città.
«Oggi, per me, è un giorno di profonda emozione, ha dichiarato Maria Piccarreta, quello che si vede è frutto di anni di studio, sopralluoghi, scavi, sudore e abnegazione per cui sento di ringraziare tutta la squadra di professionisti del Segretariato che ha lavorato senza sosta per portarci sin qui. L’opera è, infatti, la fase conclusiva di un lungo percorso di ricerca per ricostruire su basi rigorosamente scientifiche la storia di Bari dall’Età del Bronzo fino agli anni ’60 del ’900».
I lavori per completare l’installazione non dureranno meno di un anno, con novità tecniche che saranno svelate nei prossimi mesi. Forte la partecipazione della comunità locale, una città nella città quella di Bari vecchia che ha vissuto molte fasi, esattamente come San Pietro, e che ha saputo rinnovarsi e aprirsi all’esterno con una capacità di adattamento talmente forte da rendere Bari una delle mete turistiche più ambite del sud Italia. «San Pietro è un luogo antico che non ha mai smesso di trasformarsi, è un frammento di città che attraverso il tempo ha conosciuto forme diverse di vita, di pensiero, di sacro, ha spiegato lo scultore. Qui la materia si è fatta e disfatta più volte; ogni volta un passaggio, una mutazione. Ogni volta un gesto umano che ha lasciato un segno. Come artista cerco di dare forma a una visione, di rievocare una presenza che tutti possiamo riconoscere pur non avendola mai vista». Ed è questa traccia onirica la cifra costitutiva della nuova creazione di Tresoldi, «stargate» per sequenze di vita tornate plastiche nella trasparenza di un moderno filo d’Arianna, materico quanto basta a indicarci il confine fra sogno e realtà.

Una veduta del cantiere attualmente in corso per l’installazione dell’opera di Edoardo Tresoldi nel centro storico di Bari. Foto: Daniela Ventrelli