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Vigée Le Brun, Élisabeth Louise, «Caroline Bonaparte e sua figlia primogenita Laetitia Joséphine», 1807, Château de Versailles (particolare)

© Rmn-Grand Palais /Dist. Photo: Scala, Firenze

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Vigée Le Brun, Élisabeth Louise, «Caroline Bonaparte e sua figlia primogenita Laetitia Joséphine», 1807, Château de Versailles (particolare)

© Rmn-Grand Palais /Dist. Photo: Scala, Firenze

Riunite alla Reggia di Caserta le regine tra XVIII e XX secolo

Duecento opere ricostruiscono le vicende di queste donne che, divise tra doveri pubblici e vita privata, conducevano la propria esistenza ai vertici della società

Gianfranco Ferroni

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L’Europa vista attraverso i suoi regni. E le sue sovrane. A Roma, a Palazzo Grazioli, nella sede della Stampa Estera in Italia lunedì primo dicembre è stata presentata la mostra «Regine. Trame di cultura e diplomazia tra Napoli e l’Europa», curata da Tiziana Maffei e Valeria Di Fratta, promossa e prodotta dal Museo Reggia di Caserta in collaborazione con Opera Laboratori, che verrà aperta il 20 dicembre e sarà visibile fino al 20 aprile 2026. L’esposizione, una delle più attese della fine dell’anno nel programma del Ministero della Cultura, racconterà grazie a 200 opere le regine tra XVIII e XX secolo, donne divise tra doveri pubblici e vita privata, ed è realizzata con il contributo, tra gli altri, del Palazzo del Quirinale, del francese Château de Versailles, degli spagnoli Palacio Real di Madrid e Galeria de las colecciones reales, dell’austriaco Schönbrunn Palace, del tedesco Staatliche Kunstsammlungen Dresden, del Palazzo Reale di Napoli, dell’Archivio di Stato di Napoli, dell’Archivio di Stato di Caserta, del Museo di Capodimonte, della Reggia di Venaria, dei Musei Reali di Torino, con il patrocinio del Network of European Royal Residences.

Tante le protagoniste di questa mostra: da Elisabetta Farnese a Maria Amalia di Sassonia; da Maria Carolina d’Asburgo-Lorena, attraverso il decennio napoleonico di Giulia Clary e Carolina Murat, alla Restaurazione borbonica con Maria Isabella; da Maria Cristina di Savoia a Maria Teresa d’Asburgo-Teschen, fino a Maria Sofia di Baviera e alle sovrane dei Savoia Margherita, Elena di Montenegro e Maria José del Belgio. Aspetto centrale della mostra, la trama invisibile delle relazioni che seppero tessere nel tempo, intrecciando storia, arte e diplomazia. Un’eredità che oggi risuona con rinnovata attualità, mentre lo spazio decisionale femminile nelle istituzioni europee si amplia e si consolida. Il racconto espositivo si svilupperà seguendo le vicende pubbliche e private di quattro dinastie, Farnese, Borbone, Murat e Savoia, attraverso sette sezioni. Si parte con «Educare al trono: l’arte di diventare sovrane», per continuare con «Legami di corte. Nozze che plasmano alleanze», quindi «Madri regine. Custodi di eredi e dinastie», «Regine, i retroscena. Ruolo e immagine pubblica», «Gesti del potere. Cerimoniali ed etichette», «Tempo di sé. Stessi interessi e passioni«, e infine «Stanze regali. L’affermazione del gusto».

Per Tiziana Maffei, direttrice della Reggia di Caserta e curatrice, «le regine di cui raccontiamo le storie furono spesso considerate soltanto strumenti di alleanze politiche, pedine di un gioco dinastico che sembrava negare loro la possibilità di scegliere il proprio destino. Eppure, entro quei margini imposti dal potere, molte seppero costruire percorsi di influenza e creare spazi di cultura. La mostra invita a rileggere queste figure non solo come protagoniste, ma come artefici, talvolta consapevoli, talvolta silenziose, di una rete di scambi e di dialoghi che hanno contribuito a dare forma a una comune identità europea. Attraverso le loro vite e i segni materiali che ne restano, lettere, opere, oggetti, documenti, si riconosce la forza discreta di una diplomazia culturale femminile, capace di superare i confini dei regni e di intrecciare la storia con un filo invisibile ma tenace. In un tempo in cui l’Europa è chiamata a ritrovare il senso delle proprie radici comuni, le regine tornano a parlarci di visione, di intelligenza e di cultura come strumenti di relazioni tra i popoli». 

Da parte di Valeria Di Fratta, storica dell’arte del museo e curatrice, «la mostra intende esplorare la complessità del ruolo delle regine, evidenziando il delicato equilibrio tra doveri pubblici e vita privata. Le protagoniste di questo racconto appartengono a quattro dinastie che hanno attraversato la storia del Regno di Napoli fino ed oltre l'Unità italiana: a partire da Elisabetta Farnese, che progettò un regno per suo figlio Carlo di Borbone, passando per Maria Amalia di Sassonia, la prima regina borbonica del Regno di Napoli; la narrazione prosegue con la ferrea Maria Carolina d'Austria, attraversa il Decennio Francese con Giulia Clary e Carolina Bonaparte, la Restaurazione con i brevi regni di Maria Isabella di Spagna, Maria Cristina di Savoia, Maria Teresa d'Asburgo Teschen e Maria Sofia di Baviera, ultima regina di Napoli; e si conclude in piena Unità italiana con le regine della Casa di Savoia: Margherita, prima regina consorte d'Italia, Elena di Montenegro e Maria José del Belgio, testimoni del passaggio dalla monarchia alla Repubblica Italiana». 

Tra ritratti, abiti cerimoniali e nuziali, porcellane, strumenti musicali, spicca la presenza del fucile di Elisabetta Farnese. E il servizio di piatti realizzato per le nozze di Francesco II e Maria Sofia di Baviera, della Manifattura Nymphenburg, prestato per l’occasione da Carlo di Borbone delle Due Sicilie.

Antonio Rafael Mengs, «María Carolina de Austria, regina di Napoli», 1772 ca. © Patrimonio Nacional (Palacio Real de Aranjuez)

Gianfranco Ferroni, 02 dicembre 2025 | © Riproduzione riservata

Riunite alla Reggia di Caserta le regine tra XVIII e XX secolo | Gianfranco Ferroni

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