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Ritratti d’auto

A trent’anni dalla mostra omaggio a Enzo Ferrari, la Fondation Cartier torna a occuparsi di automobili con «Autophoto. Dal 1900 a oggi» (fino al 24 settembre)

Luana De Micco

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Questa volta però non si tratta di rendere omaggio a un marchio, quanto piuttosto di sottolineare i legami tra fotografia e automobile. I curatori Xavier Barral e Philippe Séclier si sono infatti interrogati su come l’auto, modificando la visione dello spazio e del tempo, abbia influenzato le pratiche e le ricerche artistiche dei fotografi.

In mostra circa 500 opere dal primo Novecento a oggi. Lartigue, Brassaï, Krull immortalano il traffico parigino. A Yasuhiro Ishimoto e Langdon Clay si deve la nascita del «ritratto auto»; Nicolas Bouvier ed Ella Maillart inventano i primi road trip fotografici. L’auto diventa lo spunto per trovare nuovi punti di vista e inquadrature (Joel Meyerowitz, Daido Moriyama, John Divola e David Bradford). Sue Barr, Robert Adams, Ed Ruscha e Alex MacLean si interessano al «paesaggio» trasformato dalla presenza delle automobili.

Robert Doisneau realizza negli anni Trenta un reportage nella fabbrica Renault dell’île Séguin, un lavoro «umanista» in netto contrasto con quello realizzato nel 2005 da Stéphane Couturier nella fabbrica Toyota di Valenciennes, che invece testimonia l’aspetto «disumano» della produzione industriale. Philippe Chancel, Eric Aupol e Edward Burtynsky si interessano ai danni che l’industria automobilistica causa all’ambiente. Jacqueline Hassink si è interrogata sull’uso dell’immagine della donna nei saloni automobilistici, mentre Martin Parr ha tracciato un originale ritratto degli inglesi fotografandoli al volante delle loro auto.

Luana De Micco, 05 luglio 2017 | © Riproduzione riservata

Ritratti d’auto | Luana De Micco

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