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Adel Abdessemed, «Shams, 2013» © Adagp, Paris, 2019

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Adel Abdessemed, «Shams, 2013» © Adagp, Paris, 2019

L’inferno e la Merkel

Adel Abdessemed da Zidane al Mac di Lione e di Boussu

Luana De Micco

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Adel Abdessemed ha raggiunto la grande notorietà con la monumentale scultura di bronzo, alta cinque metri, dal titolo «Coup de tête» che mette in scena la «storica» testata di Zinédine Zidane a Marco Materazzi durante la finale dei Mondiali di calcio del 2006. L’opera era stata allestita nel 2012 sulla piazza del Centre Pompidou di Parigi, e da allora ha fatto molto discutere. «Avevo voluto mostrare il lato oscuro dell’eroe», aveva spiegato all’epoca.

Abdessemed è un artista trasgressivo. Franco-algerino, nato a Costantina nel 1971, vive e lavora da tempo a Parigi e ha partecipato alla Biennale di Venezia nel 2003 e nel 2007. Mette in scena la violenza e la poesia del mondo ispirandosi alla realtà, all’attualità e, talvolta, ai personaggi della cronaca. Al Mac-Musée d’art contemporain propone la mostra «L’antidote» (dal nome di un bar di Lione), aperta dal 9 marzo all’8 luglio. Il museo gli ha messo a disposizione due interi piani per presentare alcune sue opere recenti: «Shams (To the Sun)» (2013) è un’opera «immersiva» per il visitatore che entra in un «mausoleo» dedicato ai dannati della terra. Abdessemed si è ispirato al «Dante e Virgilio all’Inferno» di Delacroix (1822): protagonisti dell’opera sono omini plasmati nell’argilla condannati ai lavori forzati, minatori o cercatori d’oro, su cui incombono soldati armati. È un’opera destinata a scomparire, riducendosi in polvere (l’argilla infatti non è cotta) e quindi a essere ricostruita a ogni nuovo allestimento. In «Is beautiful» (2017) Abdessemed lavora con il marmo. L’opera si ispira alle «Tre grazie» di Canova ma una delle donne nude ha il volto di Angela Merkel (la foto della Cancelliera tedesca, giovane, in un campo naturista, era stata in effetti resa pubblica nel 2013, in piena campagna elettorale tedesca).

Ad Adel Abdessemed è dedicata anche un’altra mostra, considerata complementare a quella di Lione, «Otchi Tchiornie», che si svolge al Mac’s-Centre d’innovation et design di Boussu, in Belgio, dal 4 marzo al 3 giugno. Il Mac di Lione ospita anche Maïté Marra, artista francese, nata nel 1992 a Vénissieux, nella periferia popolare lionese. Dal 9 marzo al 27 maggio è allestita la sua nuova opera, un film sul tema sempre attuale della violenza, del corpo aggredito e violentato. La Marra ha lavorato in ambiente psichiatrico e mette in scena, con uno sguardo del tutto personale, le violenze fisiche subite dal protagonista del suo film.

Adel Abdessemed, «Shams, 2013» © Adagp, Paris, 2019

Luana De Micco, 06 marzo 2018 | © Riproduzione riservata

L’inferno e la Merkel | Luana De Micco

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