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- Luana De Micco
- 04 marzo 2017
- 00’minuti di lettura


Le feste serenissime di Tiepolo e Guardi
- Luana De Micco
- 04 marzo 2017
- 00’minuti di lettura
Luana De Micco
Leggi i suoi articoliIl fascino del Carnevale di Venezia e della Commedia dell’arte conquistano il Musée Cognacq-Jay. Gli ultimi fasti della Repubblica di Venezia prima dell’abdicazione, nel 1797, dell’ultimo doge Ludovico Manin di fronte alla truppe del generale Bonaparte, sono al centro della mostra «Serenissima! Venezia in festa da Tiepolo a Guardi», allestita fino al 25 giugno.
È l’ultima «età dell’oro» per la città dei dogi, dal momento che quel 12 maggio 1797 mette fine a una lunga parentesi di mille anni di storia. Il museo parigino si interessa al Settecento veneziano in un percorso in quattro tempi. La prima sezione, «Piccoli e grandi divertimenti», è dedicata al ruolo centrale della danza e della musica. La seconda, «Dalla città alla scena», è incentrata sui teatri e i suoi autori, primo fra tutti Carlo Goldoni. La terza, «Potere in spettacolo», alle fastose celebrazioni in piazza San Marco o sul Canal Grande in omaggio a principi e notabili stranieri. Infine, la quarta sezione è dedicata al Carnevale, con le sue maschere e le sue follie.
L’intento è di mostrare come queste festività, lungi dall’essere solo esempi di vita oziosa e dissoluta, partecipino di fatto alla rappresentazione politica e religiosa della città. Sono esposte una quarantina di opere, provenienti da collezioni francesi e europee. La Pinacoteca della Fondazione Querini Stampalia di Venezia ha prestato «Il casotto del leone» di Pietro Longhi e la sua versione de «Il ridotto», che mette in scena l’unica casa da gioco autorizzata a Venezia durante il Carnevale; dallo Statens Museum for Kunst di Copenaghen arriva «Il trionfo di Pulcinella» di Giandomenico Tiepolo; dal Musée de Grenoble «Il doge Alvise IV Mocenigo portato in piazza San Marco» di Francesco Guardi.