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Collezione uomo Luxor, autunno-inverno 2023, FW23, Palais de Tokyo, Parigi

© Owenscorp

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Collezione uomo Luxor, autunno-inverno 2023, FW23, Palais de Tokyo, Parigi

© Owenscorp

La trasgressione di Rick Owens denuncia l’intolleranza di genere

Al Palais Galliera la prima grande retrospettiva parigina dello stilista californiano che si ispira alla Gothic Culture, a Joseph Beuys e ai film hollywoodiani degli anni Trenta

Le statue neoclassiche del Palais Galliera di Parigi luccicano sotto veli di paillettes. In giardino spuntano sculture dalle forme brutaliste, rigorosamente inedite, come reliquie postindustriali. Dal 28 giugno al 4 gennaio 2026, il museo parigino della moda ospita «Temple of Love», prima grande retrospettiva dedicata a Rick Owens nella capitale francese, città che il designer statunitense ha eletto come patria d’adozione e laboratorio creativo permanente. Nel percorso scenografico, curato dallo stesso Owens, insieme a Miren Arzalluz, direttrice onoraria del Palais Galliera, e al direttore scientifico Alexandre Samson, si incontrano più di 100 silhouette che raccontano vent’anni di creazione radicale, attinte dagli archivi personali del designer, accompagnate da video, installazioni, documenti e opere d’arte che hanno segnato il suo universo simbolico. 

Il Palais Galliera si trasforma per qualche mese in «tempio della creazione stilistica», scrive il museo in una nota. Owens «fa parte di una generazione di artisti di moda che sono riusciti a creare uno stile unico, immediatamente riconoscibile, personale e intimo, inclusivo, non convenzionale e indubbiamente pertinente, al tempo stesso cult e commerciale, spiega Miren Arzalluz. Lavorando con tecniche sofisticate, impregnato di una miriade di riferimenti storici, culturali, letterari e artistici, Owens ha rimesso in discussione le nozioni convenzionali di bellezza e di gusto». 

Nato a Porterville, in California, nel 1961, Rick Owens studia arte e moda a Los Angeles, e dopo un periodo come modellista per piccole aziende, fonda il suo marchio nel 1994. È nei primi anni Duemila che esplode la sua fama, grazie anche al supporto di Michèle Lamy, figura emblematica della vita notturna underground di Los Angeles, compagna di Owens, mecenate, produttrice, presenza costante nella sua vita. Organizza la sua prima sfilata nel settembre 2002 alla Settimana della moda di New York. Nel 2003, si trasferisce a Parigi insieme a Michèle Lamy portando in valigia un immaginario fatto di Gothic Couture, underground decadente e riferimenti colti alla storia dell’arte e del cinema. Nel 2004 apre la sua prima boutique al Palais Royal. 

Il percorso espositivo mostra l’evoluzione dello stile di Rick Owens: dai primi abiti realizzati con materiali poveri e recuperati (jersey, coperte militari, cuoio lavato) fino alle forme architettoniche e scultoree delle collezioni più recenti. I colori sono sobri, persino funerei: nero, grigio dust, bruno piombo, ma a volte esplodono in improvvise illuminazioni cromatiche. Il titolo della mostra fa riferimento alla concezione di Owens del corpo come un tempio, non quello idealizzato dal canone classico, ma un corpo imperfetto, queer, decostruito, erotico, deviante, che diventa il suo principale strumento narrativo. Le sue sfilate di moda sono veri e propri show, noti per la loro carica sovversiva: nel 2014 lo stilista invita delle performer statunitensi di stepping, una danza sfrenata in cui il corpo diventa percussione, nel 2015 fa sfilare uomini con i genitali in bella vista sotto tuniche di maglia. Senza essere semplice provocazione, la trasgressione di Owens assume una valenza etica e politica, denunciando la logica del patriarcato e l’intolleranza di genere: «Come in risposta a un mondo in crisi, il suo impegno si incarna in creazioni scultoree e nell’uso di colori vibranti», precisa in una nota il museo. 

Il percorso permette anche di risalire alle fonti di ispirazione complesse e stratificate di Rick Owens, in cui rientrano tanto Joris-Karl Huysmans e il Decadentismo francese, quanto l’Arte Concettuale di Joseph Beuys, le visioni iconiche dei grandi film hollywoodiani degli anni Trenta, tele di Gustave Moreau e opere di Steven Parrino. La mostra si estende oltre le sale del Palais Galliera. Owens ha rivestito le statue della facciata con tessuti broccati e paillettati. In giardino, una trentina di sculture di cemento richiamano le geometrie monolitiche delle sue passerelle e dei suoi interni parigini. Anche il parterre floreale è stato ridisegnato con varietà vegetali care a Owens, che fanno eco alla California natale.

Collezione donna Porterville, autunno-inverno 2024, FW24, Palais Bourbon, Parigi. © Owenscorp

Luana De Micco, 28 giugno 2025 | © Riproduzione riservata

La trasgressione di Rick Owens denuncia l’intolleranza di genere | Luana De Micco

La trasgressione di Rick Owens denuncia l’intolleranza di genere | Luana De Micco