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Olga Gambari
Leggi i suoi articoliDi Ferdinando Scianna si conoscono gli inizi nella terra di Sicilia, nella sua Bagheria, una sorta di marchio che implica molti aspetti, visivi e concettuali, di iconografia e luce, di miti e quotidianità. E si conosce quel momento germinativo che fu l’incontro con lo scrittore Leonardo Sciascia nel 1965, a un pranzo di famiglia nelle campagne di Racalmuto, dove nacque l’idea di fare un libro sulle feste religiose, un piccolo volume di parole e di immagini in bianco e nero per indagare il tema del sacro e delle credenze popolari. Un tema fondamentale per lui, come lo saranno il viaggio, la guerra, l’attualità e anche gli specchi, gli animali, le cose e i ritratti degli amici, oltre a Sciascia anche Henri Cartier-Bresson e Jorge Louis Borges, figure di maestri. Grazie al successo del libro Feste religiose, il giovane fotografo partirà per Milano, dove diventa fotoreporter per «L’Europeo». E dopo ancora arriverà a Parigi, come inviato speciale e corrispondente, scrivendo anche per testate come «Le Monde Diplomatique» e «La Quinzaine Littéraire», dove nel 1982 entra a far parte, primo italiano in assoluto, dell’agenzia fotogiornalistica più importante del mondo, la Magnum.
Nasceranno così i suoi grandi reportage, tra cui quelli in Libano, tra i minatori delle Ande, a Benares, Lourdes, negli Stati Uniti. La vita, il mondo, gli incontri gli forniscono lo spunto per le sue fotografie, per i suoi reportage sociali, che sembrano scoccare dalla realtà, dalla ricerca di un’armonia nel caos, impregnate di una verità espressa nell’istante fissato senza mai nessun didascalismo. Sempre con un senso politico ed etico del concetto di umanità sviluppato sin da giovanissimo, dove antico e contemporaneo convivono. Parlando del suo lavoro, Scianna ha detto che come fotografo si considera un reporter. «Il mio riferimento fondamentale è quello del mio maestro per eccellenza, Henri Cartier-Bresson, per il quale il fotografo deve ambire a essere un testimone invisibile, che mai interviene per modificare il mondo e gli istanti che della realtà legge e interpreta. Ho sempre fatto una distinzione netta tra le immagini trovate e quelle costruite. Ho sempre considerato di appartenere al versante dei fotografi che le immagini le trovano, quelle che raccontano e ti raccontano, come in uno specchio. Persino le fotografie di moda le ho sempre trovate nell’azzardo degli incontri con il mondo».
La relazione con il mondo della moda è un altro capitolo del suo percorso, forse meno noto al grande pubblico, una ricerca che arriva negli anni Ottanta, che una mostra alla Castiglia di Saluzzo (Cn) pone al centro, «Ferdinando Scianna. La moda, la vita», curata da Denis Curti. Le immagini realizzate da Scianna per la famosa campagna di Dolce&Gabbana nel 1987 sono in realtà diventate delle icone nell’immaginario collettivo, legate alla sua modella musa, Marpessa Hennink. Rigorosamente nel suo bianco e nero contrastato e con il caratteristico uso suggestivo dell’ombra, le fotografie scardinavano il concetto patinato e artificiale della fotografia di moda, della messa in posa, per immergere la modella olandese nella vita vera della Sicilia, mescolandola con luoghi e persone, in dialogo spontaneo con le loro reazioni. Un reportage di moda, si potrebbe definire, che metteva al centro l’idea stessa della donna, sia quella siciliana tradizionale sia quella internazionale e moderna del marchio D&G, e poi l’idea della Sicilia, terra d’origine di Scianna e dei due stilisti, in un viaggio tra Bagheria e la Villa Palagonia, Porticello e Palermo, Modica, Ragusa Ibla, Caltagirone e Aci Trezza. «Dalla Sicilia non si va via, si fugge a gambe levate, ma non si smette mai di vivere in Sicilia, anche quando si è lontani. La Sicilia è come Itaca», ha scritto. Un lavoro di grande successo internazionale da cui nasceranno poi altre collaborazioni, aprendo un nuovo capitolo della sua ricerca fotografica, tra moda e pubblicità, con alcune grandi importanti come «Vogue», «Grazia», «Vanity Fair» e «Stern». Ogni foto, sembra aprire un racconto.
La Castiglia, piazza Castello 1, Saluzzo (Cn), ven 15-19, sab-dom 10-19, «Ferdinando Scianna. La moda, la vita» fino all’1 marzo 2026
Ferdinando Scianna, «Nico, Tom e Toby Foyle, Sean Moran, Patrick McNamara, David O’Neil, Connemara, Irlanda, 1993». © Ferdinando Scianna