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Artwork Copyright 2025 The Willem de Kooning Foundation/Artists Rights Society (ARS), New York. Photo: Maris Hutchinson

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Artwork Copyright 2025 The Willem de Kooning Foundation/Artists Rights Society (ARS), New York. Photo: Maris Hutchinson

Infinito de Kooning: è lui il protagonista del maggio newyorkese (da Gagosian)

Una ventina di dipinti dal 1944 al 1986 e due mega sculture danno vita a un vero proprio spettacolo nella rinnovata galleria di Chelsea

Riccardo Deni

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Infinito de Kooning. Come la mostra che lo ospita a Chelsea questa primavera. Gagosian, sotto la curatela di Cecilia Alemani, alza il sipario sulla mostra più importante del maggio newyorkese con Willem de Kooning: Endless Painting. Una ventina di dipinti dal 1944 al 1986 e due sculture -"Clamdigger"  (1972) e la monumentale "Standing Figure" (1969-1984)- danno vita a un vero proprio spettacolo nella rinnovata galleria a Manhattan. Figura pionieristica del dopoguerra, de Kooning ha esplorato il potenziale espressivo del colore, della linea e dello spazio, sfidando costantemente i confini tra figurazione e astrazione. Attraverso la ponderata collocazione di dipinti tardivi, tra cui Senza titolo V  (1982), in prestito dal MoMa, e Senza titolo XIX (1984), tra opere dei decenni precedenti, la mostra mette in primo piano motivi visivi ricorrenti in tutta la sua carriera. L'allestimento riflette l'attenta analisi di Alemani dei dipinti degli anni Ottanta, attraverso la quale ha identificato un vasto repertorio di forme umane -gomiti, ginocchia, bocche, occhi- che può essere rintracciato fin dalle opere dell'artista degli anni Trenta e Quaranta, ispirate al Cubismo e al Surrealismo. In Montauk II  (1969), forme biomorfe color carne danzano a fuoco e fuori fuoco, mentre profili e arti appaiono tra le pennellate scivolose di Whose Name Was Writ in Water (1975), in prestito dal Solomon R. Guggenheim Museum di New York. In Untitled XIV  (1986), l'ultima opera in mostra, braccia ondulate si estendono energicamente sulla tela, rispecchiando gli arti distesi di Standing Figure, una monumentale scultura in bronzo esposta al pubblico per la prima volta in quasi trent'anni. De Kooning rielaborava spesso le sue tele, reintegrando passaggi di composizioni precedenti tracciando forme che desiderava conservare su pergamena e persino cambiandone l'orientamento più volte durante la loro gestazione. Fu rivisitando e rivedendo le sue composizioni che sviluppò un vocabolario coerente ma flessibile di colori e gesti radicati nella figurazione. "Esploratore irrequieto della tela, de Kooning non ha mai smesso di interrogarsi sulle possibilità di ciò che la pittura potesse essere", scrive nel saggio a catalogo la Alemani. Il titolo della mostra, Endless Painting, fa riferimento a questo linguaggio visivo duraturo e in continua evoluzione e alla decisione dichiarata dell'artista di "fermarsi e basta" piuttosto che finire formalmente i dipinti, forse alla ricerca di una definizione più ampia del medium stesso.

Artwork Copyright 2025 The Willem de Kooning Foundation/Artists Rights Society (ARS), New York. Photo: Maris Hutchinson

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Riccardo Deni, 08 maggio 2025 | © Riproduzione riservata

Infinito de Kooning: è lui il protagonista del maggio newyorkese (da Gagosian) | Riccardo Deni

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