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Fausto Melotti, «Bambini», 1955 ca, Lugano, Repetto Gallery

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Fausto Melotti, «Bambini», 1955 ca, Lugano, Repetto Gallery

Il ribaltamento dei vincoli razionali al confine tra Italia e Svizzera

Nei Musei civici «Gian Giacomo Galletti» di Domodossola una cinquantina di opere da Picasso a Melotti, da Chagall a Gastone Novelli

Il «ribaltamento dei vincoli razionali» caratterizzante le opere che compongono il «progetto espositivo che esplora gli anni a cavallo tra le due guerre fino agli Sessanta, attraverso un nucleo di dipinti e opere d’arte applicata inedite che puntano a infrangere le regole imposte dalla razionalità per riscoprire una dimensione spirituale e liberatoria rispetto a ciò che è visibile e tangibile». Sono questi i termini della mostra «Fuori dai confini della realtà. Tra Klee, Chagall e Picasso», allestita ai Musei civici «Gian Giacomo Galletti» in Palazzo San Francesco a Domodossola (No) dal primo agosto all’11 gennaio 2026 (catalogo Silvana Editoriale) e inserita nella quinta edizione dell’esposizione Italo Svizzera che si tiene in città dal 13 al 22 settembre. I curatori Antonio D’Amico (direttore del Museo Bagatti Valsecchi di Milano che produce l’iniziativa), Stefano Papetti e Federico Troletti hanno selezionato una cinquantina di opere soprattutto da collezione privata, ma anche di musei come le Gallerie d’Italia-Milano, di artisti quali, tra gli altri, Paul Klee (1879-1940), Marc Chagall (1887-1985), Pablo Picasso (1881-1973), Fausto Melotti (1901-86), Osvaldo Licini (1894-1958) e Gastone Novelli (1925-68). 

L’intento è di analizzare un periodo particolarmente interessante del ’900, quello a cavallo tra le due guerre fino agli anni Sessanta, durante il quale si dibatte visivamente tra «realismo» dell’immagine e liberazione dai suoi significati e rappresentazioni realistiche attraverso ribaltamenti continui tra razionalità e irrazionalità. Vista anche la collocazione geografica di Domodossola, un’attenzione particolare è dedicata al confine tra Svizzera e Italia, da sempre un terreno fertile e un luogo di incontro per molti artisti, compresi quelli esposti in mostra. Lungo il percorso il visitatore incontra, ad esempio, «Maritime Schicksale (Maritime Destinies)» (1915) e l’acquarello «Baumgruppe» (1931) di Klee, oppure una «Crocefissione» e «Suonatore di violino» (1976-77) di Chagall, entrambi artisti che operano sul confine tra le due nazioni citate, fino a Picasso che qui, con lavori come i vetri «L’uomo» (1954), «Ninfa» (1956), «Satiro» (1957) e «Colomba» (1966), mostra la sua fascinazione per il passato artistico italiano. Si incontrano anche lavori di Melotti, come le sue ceramiche sperimentali parte di serie «Senza titolo» e il «Centauro» realizzate nel secondo dopoguerra, oltre al vetro soffiato a mano «Tre occhi» (1956) di Jean Cocteu, oppure le opere pittoriche di Licini, come «Angelo ribelle» (1954), «Amalassunta. mano piede» (1954) e il ciclo dei «Notturni» (1956). Chiude il percorso Gastone Novelli, con opere come la tecnica mista su cartone «Mare» del 1967 che testimonia l’interesse per un alfabeto fantastico in grado di dar vita a una pittura quasi mentale. 

Pablo Picasso, «Il Furetto», 1954, Piacenza, Ed Gallery

Jean Cocteau, «Tre occhi», 1956, Piacenza, Ed Gallery

Stefano Luppi, 01 agosto 2025 | © Riproduzione riservata

Il ribaltamento dei vincoli razionali al confine tra Italia e Svizzera | Stefano Luppi

Il ribaltamento dei vincoli razionali al confine tra Italia e Svizzera | Stefano Luppi