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«Salvador Mundi» (2022) di Deng Shiqing. Cortesia di C+N Gallery Canepaneri
L’artista cinese Deng Shiqing debutta in Europa con la personale presentata dal 30 maggio al 29 luglio da C+N Gallery CANEPANERI, il cui titolo «Forgery of Reality-Falsificazione della realtà», rivela il territorio in cui lei si muove da tempo, fondendo le sue due «anime» in una personalissima surrealtà. Formata in una delle rigide scuole d’arte cinesi la cui parola d’ordine è «copiare», e poi diplomata alla Central Academy of Fine Arts di Pechino, quando si è trasferita negli Stati Uniti per conseguire un Master alla New York Academy of Art e ha sperimentato la libertà d’azione non solo concessa, ma stimolata, negli studenti delle scuole americane, Deng Shiqing ha vissuto un comprensibile disorientamento: erano due mondi opposti, dal primo dei quali lei ha ereditato una maestria tecnica sorprendente, mentre grazie al secondo ha potuto esercitare una riflessione sul valore della pittura (il suo medium espressivo principe) nel sistema dell’arte occidentale. Nella mostra milanese, curata dal brillante storico dell’arte e curatore newyorkese Charles Moore, si susseguono opere in cui frammenti di celebri opere d’arte occidentali, da Leonardo a Van Dyck, giù per i secoli fino a Picasso e Duchamp, s’intersecano con immagini e figure chimeriche di sua invenzione, in un’indagine non solo sugli statuti della pittura e sulla falsificazione da essa operata sulla realtà ma, più ancora, sui meccanismi economici che regolano il mercato dell’arte: nell’opera «Salvador Mundi», 2022, una giovane donna consulta un libro su cui figura il più che discusso dipinto attribuito a Leonardo e acquistato per una somma mirabolante (450 milioni di dollari) dal principe saudita Mohammed bin Salman.
Alle sue spalle, due teste grottesche leonardesche si fronteggiano esclamando l’una «fake», l’altra «real», con due repliche della mano con cui il «San Giovanni Battista» di Leonardo indica il cielo qui degradate a segnali indicatori. Accanto, una figura misteriosa e composita, vuota di materia, esibisce il testo The Value of Art di Michael Findlay, il cui eloquente sottotitolo (qui illeggibile) è Money Power Beauty. Ma se in questo caso il messaggio riguarda, non senza ironia, la nozione di autenticità e di valore economico dell’arte nel mondo globale contemporaneo, in «Art Lottery», 2023, la riflessione dell’artista si appunta sul ruolo dell’autorialità attraverso un’altra immagine metaforica di grande efficacia: sotto le mani di un restauratore, un dipinto viene rimosso dal telaio ma la tela subisce una metamorfosi e si trasforma nel corpo, svuotato, del suo autore: quasi una citazione della pelle del «San Bartolomeo» scuoiato in cui Michelangelo ritrasse il proprio volto nel «Giudizio universale» della Cappella Sistina. E in primo piano, le mani deformi e artigliate che ricorrono, come un sigillo, in tante delle opere così dense di significati di Deng Shiqing.