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Dalla serie «Déjà View» di Martin Parr in mostra a «Cortona On The Move 2022» © Martin Parr Magnum Photos

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Dalla serie «Déjà View» di Martin Parr in mostra a «Cortona On The Move 2022» © Martin Parr Magnum Photos

I festival di fotografia. Matrice d’incontro fra le genti

Dall’Italia alla Polonia proliferano momenti di condivisione e confronto sull’immagine fotografica in quanto impronta e analisi del nostro tempo

Rica Cerbarano

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È un’estate all’insegna della voglia di stare insieme, di incontrarsi e ritrovarsi, quella che stiamo vivendo. Ottima occasione sono i festival di fotografia. Dopo «Fotografia Europea» a Reggio Emilia (dedicato al tema della resilienza) e «Photolux Festival» a Lucca (con un focus sull’amore e le sue varie declinazioni) terminati a giugno, a luglio è il turno di «Cortona On The Move» (14 luglio-2 ottobre), nella sua prima edizione diretta da Veronica Nicolardi e Paolo Woods, la cui selezione espositiva riflette sul punto di vista adottato nella realizzazione di un progetto visivo.

Sono moltissime le iniziative estive dedicate alla fotografia lungo tutta la penisola: «Brescia Photo Festival» in Lombardia (fino al 24 luglio), «Riaperture» in Emilia Romagna terminato a maggio, «PhEST» in Puglia (9 settembre-1 novembre), il neonato «Fiumefreddo Photo Festival» in Calabria (29 luglio-10 settembre) e «Ragusa Foto Festival» in Sicilia (21 luglio-28 agosto). L’Italia ne conta più di venti.

Viene da chiedersi a che cosa sia dovuto il proliferare di eventi di questo tipo. Un estratto del concept dell’edizione 2022 dei «Rencontres d’Arles» (4 luglio-25 settembre, padre di tutti i festival) può forse offrirci la risposta: «È al visibile, alle immagini, che l’uomo si rivolge per una testimonianza radicale del proprio essere, della propria natura», scrive il direttore Christoph Wiesner, citando il filosofo italiano Emanuele Coccia. I festival nascono proprio come un momento di condivisione e confronto sull’immagine fotografica in quanto impronta e analisi del nostro tempo. Luogo dove gli artisti possono sperimentare e mettersi in gioco, lontani dall’approccio più rigido dei musei o il formalismo accademico delle istituzioni, il festival non è altro che una piazza in cui incontrarsi e osservarsi come esseri umani, nella moltitudine delle nostre personalità: non bisogna dimenticare che la programmazione di questi eventi non comprende solo le mostre, ma anche talk, incontri con gli autori, workshop e momenti di festa.

Per Stefano Stoll, direttore di «Images Vevey», le cui affascinanti installazioni open-air invadono ogni due anni gli spazi pubblici della cittadina svizzera sul Lago di Ginevra, «un festival è un regalo che si fa alla gente, come dice anche il nome: è una festa, un momento di generosità e condivisione». Ed è proprio a questo sentimento di unione e comunione che è dedicata la prossima edizione di «Images Vevey», dal 3 al 25 settembre: il tema è «Together. La vie ensemble», una celebrazione dell’importanza (e fragilità) dei legami sociali, territorio di interazione dove il collettivo e l’individuale coesistono.

Anche il «Fotofestiwal di Lodz» (Polonia), concluso il 26 giugno, ha costruito le sue mostre attorno al valore delle relazioni interpersonali (e non solo): sotto il tema «Community» sono stati raccolti lavori fotografici che provano a immaginare un’idea di comunità alternativa, che supera il modello antropocentrico e tiene conto dei bisogni degli animali e dell’ambiente.

Mettendo in pratica la volontà di creare ponti relazionali più forti, il festival ha ospitato nel suo programma ufficiale il «Month of Photography di Minsk» e «Odesa Photo Days», due iniziative annuali cancellate a causa della situazione politica in Ucraina. «Tutti noi stiamo cercando di aiutare il popolo ucraino come possiamo, racconta Marta Szymańska, membro del board curatoriale, invitare questi festival a collaborare è stato un modo per dimostrare il nostro sostegno».

Dopo due anni di distanza sociale e nel mezzo di una guerra brutale in Europa, c’è bisogno di passare del tempo insieme, e sembra che l’intento dei festival fotografici sia andare incontro a questo sentimento collettivo riappropriandosi della funzione con cui sono nati: fare incontrare le persone.

Rica Cerbarano, 13 luglio 2022 | © Riproduzione riservata

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