La galleria Chantal Crousel propone (dal 7 settembre al 5 ottobre) la sua prima monografica dedicata a Leidy Churchman, dal titolo «Inner Dialogue». L’opera del pittore statunitense (Villanova, Usa, 1979), influenzato al tempo stesso dal dinamismo artistico di New York, dove vive, e dalla filosofia buddhista tibetana, spazia dal figurativo all’astratto. Le sue tele, in cui combina tanto tecniche tradizionali che innovative, sono esperienze contemplative che esplorano le emozioni e riflettono sulla condizione umana.
«L’artista è libero e senza limiti nella sua pittura, ha scritto la galleria in una nota, permettendogli di mostrare un umorismo malizioso anche nelle sue opere più delicate. Qualunque sia lo stile pittorico o il soggetto che esplora, Leidy Churchman dimostra sempre un sentimento di piacere verso la possibilità. In ogni suo quadro, raffigura un aneddoto che invita lo spettatore a proiettare la propria narrazione, creando un mondo di aperture, di percorsi individuali. I suoi dipinti, si legge ancora, documentano l’aspirazione dell’artista a creare collegamenti e interazioni che ci avvicinino alla nostra comprensione immediata del percepibile».
Per la galleria di rue Charlot, Churchman presenta una nuova serie di pitture «rotanti», in movimento dunque, realizzate appositamente: attivando un meccanismo, la tela, tesa su due rulli, si arrotola e si srotola, lasciando apparire in certi momenti una parte dell’opera, mentre l’altra scompare. «Il movimento trasforma il dipinto in un ruscello. Volevo che si comportasse come un treno modello. Vederlo emergere da un tunnel e poi scomparire di nuovo è una sensazione emozionante. La mente può fingere di dimenticare e avere una nuova esperienza», ha osservato l’artista. Tra i dipinti in movimento esposti, il più monumentale è «Internal Paradise» che mette in scena delle giraffe, piccole e grandi, che giocano immerse in un paesaggio luminoso e di volta in volta compaiono e scompaiono, una sorta di «mantra visivo» che «ha il potere di sconvolgere il processo del pensiero convenzionale». Anche la tela «Giraffa Tigle Birth», che rappresenta una giraffa mentre sta partorendo con un paesaggio montuoso alle spalle, tra notte e giorno, è ricca di simboli buddhisti che invitano alla serenità e alla purezza. Altre opere suggeriscono mondi galattici o paesaggi minuscoli. Nell’installazione «Internal Loop», un po’ come sui social media dove scorrono senza fine video di dolci gattini, ricette di cucina e feste di compleanno, scorrono parole, «murder», «juice», «dependency», «piss»: «Inner Dialogue, il Dialogo Interiore, può essere inteso, quindi, ha spiegato la storica dell’arte Svetlana Kitto, come un’offerta per guardare in modo diverso: al mondo, agli altri e, soprattutto, a noi stessi».