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Hito Steyerl, «Image CC 4.0»

Courtesy of the artist, Andrew Kreps Gallery, New York and Esther Schipper, Berlin/Paris/Seoul

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Hito Steyerl, «Image CC 4.0»

Courtesy of the artist, Andrew Kreps Gallery, New York and Esther Schipper, Berlin/Paris/Seoul

Hito Steyerl all’Osservatorio della Fondazione Prada

L’artista, studiosa e docente universitaria presenta il film «The Island», da cui sono derivati un’installazione video, sculture, strutture e videointerviste 

Ada Masoero

Giornalista e critico d’arte Leggi i suoi articoli

L’Osservatorio della Fondazione Prada, a Milano, è stato concepito sin dal suo nascere (ma poi sempre più) come uno spazio dedicato alla sperimentazione dei linguaggi dell’arte, specie nelle loro interrelazioni con la scienza e la tecnologia, e con un’attenzione speciale agli intrecci con il contesto politico e culturale di oggi, in incessante trasformazione. Espressione esemplare del programma è la mostra «The Island» (dal 4 dicembre al 30 ottobre 2026) di Hito Steyerl, artista, studiosa e docente universitaria che ha realizzato l’omonimo film da cui sono derivati un’installazione video, sculture, strutture e videointerviste, riunite in un unico percorso site specific.

Nucleo concettuale del film è il tema dell’inondazione, non solo quella fisica, segno dell’attuale crisi climatica, ma estesa metaforicamente agli aspetti politici dell’autoritarismo e alle ricadute sociali della diffusione dell’IA.

In questo film, che si pone al confine tra documentario e cinema sperimentale, Steyerl (Monaco di Baviera, 1966) si avvale dei principi della fisica quantistica nella quale (così come nella fantascienza) si sperimentano continui salti temporali e spaziali, in una combinazione di mondi opposti o contraddittori in cui si mischiano finzione e dati scientifici. 

Si inizia con «Lucciole», un lavoro sul plancton bioluminescente e sulla molecola della luciferina, isolata da Osamu Shimomura (1928-2018) con due colleghi, meritando il Nobel 2008 per la Chimica in virtù delle applicazioni biomediche, di efficace marcatore, di questa proteina luminescente. Dal micro al macro, con l’isola artificiale di età neolitica (vecchia di 7mila anni) inghiottita dal mare e riscoperta nel 2021 in Croazia presso l’isola di Curzola, cui era collegata da una strada. Alla sua forma ettagonale si rifà la piattaforma che, al primo piano dell’Osservatorio, presenta scavi fittizi da cui sarebbero emersi una lampada, una spada e il libro Le metamorfosi della fantascienza, 1979 (testo fondante di questa disciplina) del critico letterario e accademico croato Darko Suvin (1930) dalla cui frequentazione, dichiara Steyerl, è scaturito l’intero progetto. Fu lui infatti a raccontarle l’esperienza vissuta nel 1941 sotto le bombe, quando si immaginò protagonista del film «Flash Gordon alla conquista di Marte» (1938), in uno straniamento che mitigò il suo terrore. Come spiega Steyerl, «Suvin si rese conto che in qualsiasi situazione è possibile trovare altri mondi, che è poi il fondamento della fantascienza: creare mondi paralleli anche nelle circostanze più avverse [...]. In seguito, ho capito che si poteva sviluppare questo concetto in modo visivo attraverso la tecnologia quantistica, perché si occupa di cambiamenti di stato improvvisi della materia, ma anche della coesistenza in uno stesso momento di stati diversi». 

Il percorso continua con «The Birth of Science Fiction», sull’eredità del libro di Suvin, e con «Flash», che si rifà alle sue letture infantili preferite, i fumetti di «Flash Gordon», alla base della sua esperienza salvifica sotto alle bombe, mentre quattro schermi condividono le immagini di paesaggi sommersi e le videointerviste con gli scienziati che hanno accompagnato la realizzazione del film. Al secondo piano, in una sorta di cinema anni Quaranta, va in scena il film «The Island», commentato da canti corali tradizionali dalmati (Klapa), in una continua collisione di dimensioni spaziali e temporali lontanissime, con cui Steyerl intende attivare la deflagrazione tra l’attuale «junk time», governato dalle logiche del profitto, e il tempo «puro» del Neolitico. A commento un Quaderno di Fondazione Prada.

Hito Steyerl, «Image CC 4.0». Courtesy of the artist, Andrew Kreps Gallery, New York and Esther Schipper, Berlin/Paris/Seoul

Ada Masoero, 02 dicembre 2025 | © Riproduzione riservata

Hito Steyerl all’Osservatorio della Fondazione Prada | Ada Masoero

Hito Steyerl all’Osservatorio della Fondazione Prada | Ada Masoero