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Vasily Kandinsky, «Curva dominante», 1936, Museo Solomon R. Guggenheim, New York, New York, Fondazione Solomon R. Guggenheim, New York

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Vasily Kandinsky, «Curva dominante», 1936, Museo Solomon R. Guggenheim, New York, New York, Fondazione Solomon R. Guggenheim, New York

Due momenti storici del collezionismo di Peggy segnano il 2026 del Guggenheim di Venezia

L’esperienza londinese della galleria Guggenheim Jeune e la collaborazione con la Fucina degli Angeli di Murano dialogheranno con la collezione permanente del museo 

Nel 2026 la Collezione Peggy Guggenheim costruisce il proprio programma espositivo come un racconto a ritroso sulle origini e sulle diramazioni di un collezionismo capace di incidere profondamente sulle vicende artistiche del Novecento. Al centro, due capitoli solo in apparenza distanti: l’esperienza londinese della galleria Guggenheim Jeune e la Fucina degli Angeli a Murano, messi in dialogo con la collezione permanente del museo veneziano.

Ad aprire le danze sarà «Peggy Guggenheim a Londra. Nascita di una collezionista» (dal 25 aprile 2026-19 ottobre 2026), a cura di Gražina Subelytė e Simon Grant. La mostra approfondisce il periodo fondativo tra il 1938 e il 1939, quando Peggy Guggenheim, attraverso la sua prima galleria londinese, definì la propria identità di mecenate e collezionista. Guggenheim Jeune divenne in pochi mesi un crocevia delle avanguardie, ospitando oltre venti esposizioni pionieristiche: dalla prima personale londinese di Kandinsky a rassegne dedicate al collage e alla scultura contemporanea. Un centinaio di opere (Eileen Agar, Salvador Dalí, Barbara Hepworth, Vasily Kandinsky, Rita Kernn-Larsen, Piet Mondrian, Henry Moore, Cedric Morris, Sophie Taeuber-Arp), provenienti da musei e collezioni private internazionali, restituisce quel clima di fervida sperimentazione, affiancato da materiali d’archivio che documentano una rete di relazioni decisive. Dopo Venezia, la mostra approderà alla Royal Academy of Arts e quindi al Guggenheim di New York.

In autunno, il focus si sposterà sul secondo dopoguerra con «Fucina degli Angeli. Peggy Guggenheim e il vetro artistico del Novecento» (dal 14 novembre 2026 al 29 marzo 2027), a cura di Cristina Beltrami. Attraverso oltre cento opere in vetro, disegni e documenti, l’esposizione ricostruisce l’avventura visionaria avviata da Egidio Costantini negli anni Cinquanta, evidenziando le collaborazioni con artisti come George Braque, Alexander Calder, Lucio Fontana, Fernand Léger e Pablo Picasso. Fondamentale il sostegno di Peggy Guggenheim, vera «madrina» del progetto, che ne favorì la proiezione internazionale e il dialogo con il mercato americano. Un dittico espositivo che illumina, da prospettive diverse, la forza generativa del suo sguardo.

Alessia De Michelis, 17 dicembre 2025 | © Riproduzione riservata

Due momenti storici del collezionismo di Peggy segnano il 2026 del Guggenheim di Venezia | Alessia De Michelis

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