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Goya «Gigante seduto» (1814-18 ca), New York, Metropolitan Museum of Art.

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Goya «Gigante seduto» (1814-18 ca), New York, Metropolitan Museum of Art.

Dio ci salvi da un destino così amaro

Al Met uno dei più consistenti nuclei di disegni e stampe di Goya conservati fuori dalla Spagna

Elena Franzoia

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Il Metropolitan Museum of Art ospita uno dei più consistenti nuclei di disegni e stampe di Francisco Goya conservati fuori dalla Spagna. 100 di essi, in larga parte proprietà del museo newyorchese, sono protagonisti della mostra «Goya’s Graphic Imagination» (fino al 2 maggio), organizzata dal curatore del Dipartimento Disegni e Stampe del Met Mark McDonald.

Distribuita in tre sale la mostra si avvale anche di prestiti provenienti, oltre che da New York e Boston, dal Prado (la sua rassegna sui disegni dell’artista è stata eletta dalla nostra redazione mostra del 2020, Ndr) e dalla Biblioteca Nacional di Madrid.

L’impostazione cronologica copre sei decenni di attività di Goya, dalle prime acqueforti tratte da Velázquez alle ultime litografie «I tori di Bordeaux», passando per celebri serie come i «Capricci» e «I disastri della guerra». La mostra ribadisce la centralità della grafica nell’opera di Goya, tematicamente incardinata a un approccio illuminista che esalta liberalismo politico, critica alla superstizione e disgusto per l’oppressione intellettuale.

A dimostrazione dell’alta considerazione di Goya per il disegno come pratica finita, si segnala l’eccezionale finezza psicologica del piccolo «Autoritratto» (1796 ca), mentre una dolente e corrosiva critica sociale è evidente in opere come «Dio ci salvi da un destino così amaro» (1816-20 circa).

Goya «Gigante seduto» (1814-18 ca), New York, Metropolitan Museum of Art.

Elena Franzoia, 31 marzo 2021 | © Riproduzione riservata

Dio ci salvi da un destino così amaro | Elena Franzoia

Dio ci salvi da un destino così amaro | Elena Franzoia