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60 oli e 30 opere su carta, realizzati dal 1947 al 2010. A cura di Luca Barsi
- Guglielmo Gigliotti
- 17 dicembre 2018
- 00’minuti di lettura


«Dedans dehors», 1983, di Achille Perilli
All'Ermitage un'antologica di Perilli
60 oli e 30 opere su carta, realizzati dal 1947 al 2010. A cura di Luca Barsi
- Guglielmo Gigliotti
- 17 dicembre 2018
- 00’minuti di lettura
Guglielmo Gigliotti
Leggi i suoi articoliL’Ermitage celebra Achille Perilli con una mostra antologica aperta dal 18 dicembre al primo febbraio. In mostra, a cura di Luca Barsi, sessanta oli e trenta opere su carta realizzati dal 1947 al 2010.
La storia di Perilli, nato a Roma nel 1927, non è solo quella di un pittore, ma anche di un teorico dell’arte, animatore di gruppi artistici, fondatore di riviste: un artista intellettuale a tutto tondo. Con Piero Dorazio e Mino Guerrini, compagni di scuola al Liceo Giulio Cesare, costituisce il gruppo d’arte astratta Forma 1 (il Manifesto sarà firmato anche da Accardi, Attardi, Consagra, Sanfilippo e Turcato).
Nel 1950 apre in via del Babuino la libreria-galleria L’Age d’Or, che sarà un centro promotore di mostre e pubblicazioni di arte internazionale. Tra il ’57 e il ’59 realizza con Gastone Novelli i cinque numeri della rivista «Esperienza moderna», un ponte con la cultura d’avanguardia europea.
Lo stesso Perilli collaborerà con l’avanguardia letteraria (Gruppo 63), musicale (Nono, Berio, Clementi) e teatrale (Kantor), in opere che lo valorizzano anche come scenografo, ampliando le possibilità intrinseche della sua pittura.
Questa si sviluppa, come illustra la mostra all’Ermitage, dal Neocubismo del dopoguerra, all’Informale segnico degli anni ’50, alle composizioni per tasselli narrativi del ciclo dei «Fumetti» per parte degli anni ’60, all’approdo, dalla fine dei ’60, al cosiddetto «irrazionale geometrico», mai più abbandonato fino ad oggi.

«Dedans dehors», 1983, di Achille Perilli