In arrivo dal PalaisPopulaire di Berlino, spazio espositivo di Deutsche Bank, dal 13 settembre al 20 ottobre il Mudec ospita «Guaymallén», la personale dell’artista argentina La Chola Poblete, vincitrice nel 2023 del premio internazionale «Artist of the Year», che dal 2010 viene assegnato ogni anno (l’Artist of the Year 2024 è Rohini Devasher) dal Global Art Advisory Council (Victoria Noorthoorn, Hou Hanru, Udo Kittelmann) di Deutsche Bank a un artista emergente il cui lavoro abbia una speciale rilevanza sociale e artistica.
E il lavoro di La Chola Poblete (Mendoza, 1989), premiata con una menzione speciale alla 60ma Biennale in corso a Venezia, ha parecchio da dire su molti dei temi più scottanti del nostro tempo: artista multidisciplinare (si serve di scultura, pittura, disegno, acquarello e fotografia), performer e attivista per i diritti Lgbtq+, La Chola Poblete da un lato pone al centro delle sue riflessioni l’eredità culturale delle popolazioni indigene cui appartiene, tanto da intitolare questa mostra con il nome del lontano dipartimento andino dov’è nata, dall’altro combatte i pregiudizi tipici della cultura patriarcale bianca sulla donna, i travestiti, i transessuali, mettendo provocatoriamente l’accento sul suo essere indigena e trans, ed evidenziando al tempo stesso i pesanti condizionamenti imposti dalla cultura dominante agli statuti stessi dei linguaggi artistici di altre culture.
Per la personale milanese, l’artista ha trasformato gli spazi di Mudec Fotografia in una sorta di «chiesa del disegno», guardando a quel barocco andino che ibrida i modelli dei colonizzatori con stilemi locali, e ne affolla lo spazio di motivi e simboli religiosi, politici, erotici, che, intrecciandosi, immergono i visitatori in una surrealtà fatta di storie di salvezza, di vergini e martiri e di antiche divinità autoctone, rileggendoli tutti con il suo sguardo sovversivo. Una serie di grandi acquerelli è accostata a lavori inediti realizzati con pasta di pane cotta in forno (nel panificio milanese Davide Longoni), come fossero grandi pagnotte antropomorfe a grandezza naturale, ed è arricchita dalla presenza di tre altrettanto inedite immagini fotografiche di cui lei è la protagonista: in esse l’artista si ispira alla mitologia («La Loba», dalla Lupa Capitolina) e alla religione («La Virgen de la leche - Madonna Lactans», dove il latte zampilla dal suo seno e va a nutrire uno dei Mormoni che hanno colonizzato l’Argentina) mentre nella terza, stampata su una maglietta, si vede ancora lei, mentre viene scuoiata.