Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Elena Franzoia
Leggi i suoi articoliNella Birmingham della seconda metà del Settecento, e più precisamente tra il 1765 e il 1813, nelle notti di luna piena un originale gruppo di imprenditori, filosofi e intellettuali si riuniva nella Lunar Society, cuore pulsante di quell’«Illuminismo delle Midlands» che segnò gli albori della rivoluzione industriale. Tra i membri più illustri, che si autodefinivano scherzosamente «lunaticks» (pazzoidi), c’erano il medico e libero pensatore Erasmus Darwin (nonno del celebre Charles), l’imprenditore Matthew Boulton, lo scienziato e ingegnere James Watt (cui si deve il perfezionamento della macchina a vapore), il grande produttore e designer della ceramica Josiah Wedgwood e il chimico e filosofo Joseph Priestley. Tra di loro, un pittore: Joseph Wright of Derby, che fece di una scienza sempre più lontana dall’alchimia il suo soggetto preferito e di un genere, la rappresentazione a lume di candela, la sua cifra distintiva.
È infatti insieme ai Derby Museums, che dell’artista possiedono 300 disegni e 34 dipinti a olio, che la National Gallery di Londra dedica, dal 7 novembre al 10 maggio 2026, per la prima volta al pittore una mostra, «Wright of Derby: From the Shadows», focalizzata sulla sua produzione artistica compresa tra 1765 e 1773. Delle 20 opere presenti a Londra ben 17 provengono da Derby, dove la mostra si sposterà a maggio 2026. Curata da Christine Riding, la mostra mira a «mettere in luce un noto artista britannico presente nella Collezione della National Gallery le cui opere sono diventate simbolo di un’epoca. Tradizionalmente, Wright of Derby è stato considerato un esponente dell’Illuminismo. Sfidando questa visione, la mostra contribuisce alla sua attuale rivalutazione, presentandolo non semplicemente come “pittore della luce”, ma come deliberato “esploratore della notte” che si confronta con temi più profondi e cupi, come la morte, la malinconia, la moralità, lo scetticismo e il sublime». Tra le opere più famose, riunite in occasione della mostra dopo ben 35 anni, spiccano «Tre persone osservano il Gladiatore a lume di candela» (1765, ora in collezione privata), «Filosofo che tiene una lezione al planetario con una lampada al posto del sole» (1766, Derby Museum and Art Gallery, prima opera di soggetto scientifico dell’artista) ed «Esperimento su un uccello nella pompa pneumatica» (1768) delle collezioni della National Gallery, tra le opere più conosciute di Wright non solo per quell’uso teatrale e «caravaggesco» della luce fino ad allora non molto amato in ambito inglese, ma anche per quell’accezione della scienza come spettacolo capace di suscitare curiosità e sorpresa che innerva profondamente il Settecento europeo, assurgendo nella filosofia illuminista a strumento pedagogico e didattico. Di grande fascino è anche la speciale attenzione dedicata da Wright al mondo dell’arte, come dimostra l’olio «Tre persone osservano il Gladiatore a lume di candela», in cui l’osservazione è finalizzata a un’expertise. Pur battendosi infatti per un’arte sempre più accessibile al grande pubblico grazie all’apertura dei musei e all’istituzione di mostre annuali d’arte contemporanea, Wright of Derby fu un abile promotore della propria opera grazie a lussuose stampe a mezzatinto, che molto ne accrebbero la fama a livello internazionale.
Joseph Wright of Derby, «Un cacciatore di volpi sulle rive del Derwent», 1773, Derby Museum and Art Gallery. © Derby Museums