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Conrad Martin Metz, «Giudizio Universale» (particolare con angeli e dannati che precipitano all’Inferno), Roma, Icg

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Conrad Martin Metz, «Giudizio Universale» (particolare con angeli e dannati che precipitano all’Inferno), Roma, Icg

A Firenze l’eredità della Sistina di Michelangelo

Casa Buonarroti inaugura le sale espositive restaurate e riallestite al piano terreno con 60 opere testimoniano l’eredità artistica davvero universale di uno dei massimi capolavori della storia dell’arte

Con la mostra «La Sistina di Michelangelo. Un’icona multimediale» (catalogo Sillabe), nella Casa Buonarroti di Firenze dal 24 settembre al 7 gennaio 2026, Silvestra Bietoletti e Monica Maffioli selezionano 60 opere che testimoniano l’eredità artistica davvero universale di uno dei massimi capolavori della storia dell’arte. La mostra, promossa dalla Fondazione Casa Buonarroti in collaborazione con Musei Vaticani e Regione Toscana, è stata voluta dal presidente della Fondazione Cristina Acidini e dal direttore Alessandro Cecchi per inaugurare le sale espositive restaurate e riallestite al piano terreno del museo, anche grazie alla collaborazione di Opera Laboratori.

Domenico Anderson, «Impalcatura nella Cappella Sistina», 1904, Roma, Bibliotheca Hertziana-Istituto Max Planck per la Storia dell’Arte

Fratelli Alinari, «Un particolare del Giudizio Universale», 1910 ca, Firenze, Kunsthistorisches Institut in Florenz-Max-Planck-Institut

Ma perché a Firenze focalizzare proprio sulla Sistina? «L’obiettivo del nostro progetto è evidenziare come l’arte di Michelangelo e la Sistina in particolare siano sempre stati percepiti, e lo siano tuttora, come simbologie universali, trasversali sia rispetto all'ubicazione sia al significato cattolico, precisa Maffioli. La Sistina non è quindi solo un’opera romana, ma universale, che ha generato letture e trascrizioni, a partire dai primi disegni e incisioni, con tutti i media possibili. Ovviamente diventando “altro” rispetto all’originale, un soggetto autonomo, soprattutto nell’arte e nella cultura contemporanee e pop. Presentiamo infatti anche tre opere di Tano Festa, per cui Michelangelo è stato fondamentale, e la collezione Lampoons dello storico dell’arte Leon Steinberg, che capendo il significato assunto, ad esempio, dalla “Creazione di Adamo” nella cultura pop e nel merchandising, ne ha raccolto le “caricature”. Per la sua carica simbolica chiudiamo il nostro percorso con l’opera grafico-fotografica “Not in my name” (2014) dell’artista sudanese Khaled Al-Bai, in cui Adamo diventa un uomo nero armato, ma molto significativa è anche la serie di immagini intitolata “Gestures” realizzata nel 2015 su invito dei Musei Vaticani dal fotografo canadese Bill Armstrong, che sarà nostro ospite a Firenze per un incontro con lo storico dell’arte Tommaso Casini. Si tratta di nove figure ispirate alla Sistina che galleggiano nello spazio, su sfondi colorati».

Grande attenzione è infatti dedicata in mostra alla fotografia. Se tra Sette e Ottocento sono le acqueforti di Tommaso Piroli, Conrad Martin Metz e Giovanni Volpato a tradurre la Sistina su carta, è soprattutto la fotografia, a partire dalla prima sistematica campagna di documentazione realizzata tra il 1868 e il 1869 dallo stabilimento alsaziano di Adolph Braun, a incrementare un nuovo repertorio di immagini grazie alle campagne dei Fratelli Alinari, di Giacomo Brogi, di Domenico Anderson. Ovviamente l’invenzione del colore darà un ulteriore impulso, come dimostra per primo Frank Lerner nel servizio fotografico apparso nel 1949 sulla rivista «Life». «Esponiamo anche i due libri che raccolgono lo straordinario lavoro di Takashi Okamura, l’ultima grande campagna fotografica, iniziata nel 1980 e conclusa nel 1999 per la Nippon Television, che documenta il sensazionale e celebrato ultimo intervento di restauro, conclude Maffioli. Okamura esalta il “disvelamento” dell’opera michelangiolesca, la cui chiave di lettura diventa il colore. È la rivelazione di un altro Michelangelo, ma sempre e comunque realizzata per dettagli, che creano nuove immagini con una loro autonomia. La fotografia ha del resto il particolare potere di destrutturare».

Ludwig Grüner, «Volta della Cappella Sistina», 1852-53, Firenze, Casa Buonarroti

Elena Franzoia, 23 settembre 2025 | © Riproduzione riservata

A Firenze l’eredità della Sistina di Michelangelo | Elena Franzoia

A Firenze l’eredità della Sistina di Michelangelo | Elena Franzoia