Giorgio Guglielmino
Leggi i suoi articoliSembrano davvero sanguinare queste querce da sughero stilizzate disegnate a pastello con tratti forti e senza sfumature da Fabienne Verdier (Parigi, 1962). Utilizzando solo i colori nero e rosso l’artista presenta da Lelong a Parigi, nella mostra «Horizons et Chênes-lièges» (18 gennaio - 9 marzo), due serie di lavori su carta, entrambe nate da un suo soggiorno in Corsica nell’estate del 2023: le drammatiche sagome delle querce e alcune vedute dell’orizzonte dall’atmosfera molto più tenue e rilassata. Sono i «ritratti» delle querce da sughero la serie più riuscita del percorso. Uniscono astrazione, che è il tratto comune della maggior parte dell’opera della Verdier, a una obbiettiva rappresentazione naturale.
I tronchi assumono una forma quasi animale, si trasformano in bestie ferite, la privazione del sughero e cioè della corteccia che è la pelle dell’albero lascia nelle immagini dell’artista un corpo totalmente ricoperto di sangue. A volte addirittura la parte inferiore del tronco dipinta in rosso sembra raffigurare le zampe di un animale sconosciuto. Fabienne Verdier solitamente produce opere di grandi dimensioni nelle quali la gestualità delle pennellate è il tratto comune: semicerchi, vortici, grandi linee che si incrociano, tutte caratterizzate dall’immediatezza del movimento che lascia una scia di sgocciolature e imperfezioni della pittura.
Qui invece, nella dimensione molto più ridotta della carta (le opere della serie «Querce da sughero» misurano tutte cm 49 x 28), il pastello non mostra alcuna indecisione, la pressione della mano sul foglio è uniforme, le linee precise e nette. Negli ultimi due anni sono state dedicate a Fabienne Verdier diverse mostre personali in spazi pubblici, dal Castello Lynch-Bages a Pauillac, al Museo Unterlinden a Colmar, al Museo di Saarbrücken.
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