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Martin Bailey
Leggi i suoi articoliIl suicidio di Vincent van Gogh (1853-90) ha orientato la percezione pubblica del pittore, spesso mettendo in secondo piano il suo talento artistico. Il Van Gogh Museum di Amsterdam, che ha sempre preferito evitare questo aspetto più sensazionalistico, dal 15 luglio al 25 settembre lo affronta direttamente in una mostra sulla storia clinica dell’artista: «Sull’orlo della follia: Van Gogh e la sua malattia mentale». Con 25 dipinti e disegni degli ultimi 18 mesi della vita del pittore, la mostra illustra la sua lotta con la malattia, che si manifestò in tutta la sua gravità il 23 dicembre 1888 quando, dopo una lite con Paul Gauguin, Van Gogh si tagliò un pezzo dell’orecchio e lo portò a un vicino bordello.
Un dipinto in prestito dal Museo Pushkin di Mosca ritrae Félix Rey (nella foto), il medico che lo curò. Cinque mesi dopo, Van Gogh si ritirò nell’Istituto psichiatro di St-Rémy-de-Provence, dove realizzò alcuni dei suoi migliori paesaggi, ma non si riprese mai. Un anno dopo si trasferì a Auvers-sur-Oise, dove, il 27 luglio 1890, si sparò in un campo di grano. Nonostante migliaia di articoli pubblicati da medici specialisti, non c’è ancora consenso unanime sulle cause dei problemi mentali di Van Gogh. A settembre Van Gogh Museum riunirà un gruppo di esperti per esaminare le prove e trovare eventualmente un accordo sulla diagnosi.
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