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Un secolo, 70 opere, due collezioni

Stefano Luppi

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La curatrice Beatrice Buscaroli definisce la mostra «1915-2015. Tra forma e segno, dipinti da due inedite collezioni d’arte», in corso fino al 29 maggio presso l’Ex Mattatoio, un’«opera di montaggio, non dissimile da quella che compiono i registi nel momento in cui assemblano le scene di un racconto al fine di completare visivamente un copione».

Lo scopo è non solo di ordinare la produzione artistica e il gusto del periodo preso in esame, ma anche di offrire uno sguardo alle prossime generazioni. I materiali esposti, una settantina di dipinti perlopiù inediti in Italia, suddivisi in cinque sezioni, provengono dalla collezione di Stato della Repubblica di San Marino e dalla collezione del fondo comune di investimento Scudo Arte Moderna.

«Tra segno e materia» analizza la rivoluzione del gesto e la poetica della materia attraverso Afro, Renato Birolli, Giuseppe Santomaso, Giuseppe Capogrossi, Massimo Campigli, Zoran Music, Bruno Cassinari, Ennio Morlotti, Lucio Fontana, Tancredi, Emilio Vedova e Mimmo Rotella. «Geometrie dello spazio» presenta tra gli altri lavori di Piero Dorazio, Mario Nigro, Achille Perilli, Carla Accardi, Gianni Dova e Gastone Novelli, mentre «Nuove Iconografie» offre al pubblico Enzo Cucchi, Sandro Chia, Mario Schifano, Enrico Baj, Alighiero Boetti, Luigi Ontani, fino ad Aldo Mondino e Tino Stefanoni. In «Tra mito e ricerca della forma», si vedono Luciano Bartolini, Roberto Floreani, Marcello Jori, Gian Marco Montesano e Piero Pizzi Cannella mentre l’ultima sezione, «Tra natura e paesaggio» ospita opere di Amedeo Modigliani, Arturo Tosi, Carlo Carrà, Gerardo Dottori, Giorgio de Chirico, Mario Tozzi e Uberto Bonetti. A complemento di questa lunga panoramica si aggiunge l’ampia tavola di Keith Haring «Senza titolo» del 1982.

Stefano Luppi, 11 maggio 2016 | © Riproduzione riservata

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