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Al 45 di via Manzoni, dove si apriva un tempo la Galleria del Naviglio, è sorto da qualche tempo una sorta di «Louvre des Antiquaires» meneghino, specializzato nell’arte dell’Ottocento, con due gallerie e un centro studi, che fanno capo a Enzo Savoia e Francesco L. Maspes, cui si aggiungono la sede milanese della casa d’aste Pandolfini e la Capitani Art Gallery (orientata verso l’arte russa). Tre di esse presentano in queste settimane altrettante mostre, che declinano temi affini e contigui: le Gallerie Maspes propongono, fino al 16 maggio, un itinerario attraverso la «Pittura lombarda dell’Ottocento».
Venti le opere in mostra, che rileggono stagioni felici dell’arte lombarda tra Verismo, Naturalismo, Scapigliatura e Divisionismo, partendo da Faruffini e arrivando a Previati e Morbelli. Insieme vanno in scena dipinti di Longoni, Bianchi, Ranzoni, Cremona, Grubicy, Mariani e Bazzaro, molti dei quali rimasti in collezioni private e non più visti da decenni. Da Bottegantica (che, chiusa la sede di Bologna, ha ampliato quella di Milano) prosegue fino al 30 maggio la rassegna «Dalla Scapigliatura al Divisionismo», curata da Enzo Savoia e Stefano Bosi per il nuovo spazio della galleria.
Attraverso 30 opere si scandaglia una stagione artistica che in Lombardia conobbe momenti di altissima temperatura artistica (poi sfociata, non a caso, nell’avventura internazionale del Futurismo): in mostra opere di Cremona, Ranzoni, Bianchi, Conconi e dei divisionisti Pellizza da Volpedo (il pannello del polittico «L’amore nella vita», 1901-02), Fornara, Morbelli, Grubicy, Sottocornola e Longoni, con un’opera non più vista da decenni.
È invece internazionale la prospettiva offerta dalla mostra «Da Boldini a Segantini. Riflessi dell’impressionismo in Italia» (fino al 28 giugno) curata da Enzo Savoia e F.L. Maspes per GamManzoni che, in omaggio a Expo, allinea 35 dipinti dei protagonisti dell’arte italiana del secondo Ottocento, presenti alle Esposizioni universali del tempo: opere storiche, molte appartenute a celebri collezioni, di Fattori, Morbelli, gli Induno, Bianchi, Favretto, Guglielmo Ciardi, Boldini, De Nittis, Signorini, Zandomeneghi, Fontanesi, Mancini, fino al magnifico «Alpe di maggio» di Giovanni Segantini.
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