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Olga Scotto di Vettimo
Leggi i suoi articoliI lavori di Chiara Dynys in mostra alla galleria Casamadre Arte Contemporanea insistono sul concetto di inganno percettivo e su quello di dualità. La luce e il colore costituiscono le direttrici principali con cui l’artista lombarda (Mantova, 1958), costruisce la personale a Napoli, ideata durante i mesi del lockdown, come annuncia un post pubblicato sul suo profilo Facebook: «Anche nelle opere che sto preparando per la mostra a Casamadre c’è un focus specifico sui colori, in particolare quelli fluorescenti, che si riflettono nella lente convessa e negli specchi contenuti in una struttura ottagonale, così da rifletterne all’infinito l’immagine come in un caleidoscopio (questo ciclo si chiama, per l’appunto, “Kaleidos”), all’interno del quale siamo immersi noi stessi con la nostra figura.
Tutti questi lavori sono pieni di colore: lo si attraversa, ne si sente la mancanza, è riflesso su di noi. La mia riflessione è che riusciremo a uscire da questo buio tramite la vitalità come nel passaggio di colore in colore. La difficoltà è riuscire a mantenere la fede quando il futuro è così nebuloso».
I lavori fungono dunque da dispositivi concettuali: le geometrie irregolari di «Kaleidos» sono, cita il testo critico di accompagnamento, «letteralmente forme belle in cui specchiarsi o idee platoniche in fuga verso l’iperuranio»; mentre «La Blancheur» (2020), nei cui angoli appuntiti si scompongono in frammenti le forme canoviane, «infligge la nostalgia di una bellezza ideale, che è biancore astratto, pallore mortale».
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