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Il Museo del Paesaggio festeggia Paolo Troubetzkoy a 150 anni dalla nascita
Dopo due anni e mezzo di restauri, nel Palazzo Viani Dugnani si è riaperto il Museo del Paesaggio, con una mostra dedicata allo scultore Paolo Troubetzkoy, di cui si conserva qui un nucleo di 340 opere donate dagli eredi. Nato nel 1866 a Intra da un principe russo e dall’americana Ada Winans, cresciuto nella villa di famiglia di Ghiffa, dove i pittori scapigliati Tranquillo Cremona e Daniele Ranzoni erano di casa, dal 1884 Paolo Troubetzkoy scelse una dorata bohème, trasferendosi a Milano. Qui, allievo dello scultore Ernesto Bazzaro, incontrò i Grubicy, Segantini e D’Annunzio e s’impose ben presto, vincendo tra l’altro numerosi concorsi pubblici.
Dopo un lungo soggiorno in Russia, dove strinse amicizia con Tolstoj e realizzò il (contestato) monumento di San Pietroburgo allo zar Alessandro III, nel 1905 fu la volta di Parigi, dove conobbe la vera fama, tanto da essere chiamato negli Stati Uniti, dove avrebbe ritratto eroi americani e star della nascente Hollywood. Diventato egli stesso una star internazionale, rimase però sempre legato al Verbano, dove trascorreva le estati, a Suna. Dopo opere, fotografie e documenti relativi alla prima formazione, la mostra «150 Troubetzkoy 1866-2016», espone fino al 2 ottobre, nei 150 anni dalla nascita, 150 gessi che restituiscono il bel mondo di allora: eleganti figure femminili, ballerine, nudi, dandy, tutti ritratti con un tocco felice e fremente, che lo fece accostare all’Impressionismo. In contemporanea si tiene a Villa Giulia, a Pallanza, la mostra «Immaginare il giardino», ricca di 140 incisioni che illustrano l’immagine del giardino in Italia e in Europa, tra XVII e XIX secolo, accompagnata da filmati sperimentali del XX secolo sullo stesso tema.
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