Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Jenny Dogliani
Leggi i suoi articoliTorino. Fondata nel 1895 per ospitare la raccolta di arte moderna del Museo Civico istituito nel 1863, la Gam conta oggi oltre 45mila opere. L’edificio originario fu parzialmente distrutto nel 1942 da ripetuti bombardamenti alleati; finita la guerra, la Galleria d’Arte Moderna fu ricostruita nel medesimo sito su un avveniristico progetto diagonale di Carlo Bassi e Goffredo Boschetti avviato nel 1954 e inaugurato con i suoi tre corpi e muri inclinati nel 1959, lo stesso anno in cui apriva il Guggenheim di New York. Alla base di tale operazione vi fu la visione lungimirante di Vittorio Viale, direttore dei Musei Civici torinesi nel 1930-65, che prima ancora di pensare alla ricostruzione del museo si occupò di incrementarne la collezione con opere di artisti internazionali come «Dans mon pays» di Marc Chagall (1943), acquisita alla Biennale di Venezia del 1948, e lavori di Hans Hartung e Alfred Manessier.
A ripercorrere questa vicenda è la mostra «Dalle bombe al museo 1942-59. La rinascita dell’arte moderna. L’esempio della Gam». Ideato da Carolyn Christov-Bakargiev e curato da Riccardo Passoni e Giorgina Bertolino, il percorso presenta alla Gam dal 14 dicembre fino al 14 maggio sessanta opere acquisite o restaurate in quella particolare stagione, oltre a novanta fotografie d’epoca, una selezione di disegni architettonici, lettere, documenti e alcuni arredi di Bbpr (Belgioioso, Peressutti e Rogers), Luigi Caccia Dominioni, Gio Ponti e Ico Parisi che decoravano il nuovo museo, definito moderno ed europeo dai quotidiani del tempo. Tra le opere esposte «Sculture di silenzio “Corneille”» di Hans Jean Arp (1942), «Ragazza seduta» di Giacomo Manzù (1948), «Dal ciclo della natura n.9 (spaziale=invasione)» di Emilio Vedova (1953) e «La cicogna» di Pinot Gallizio (1957).
Il museo dopo i bombardamenti del 20 novembre 1942. «Le macerie al centro della prima sala. Miracolosamente quasi intatta è rimasta la statua di Minerva di Vincenzo Vela». Torino, Archivio Fotografico della Fondazione Torino Musei
Il cantiere della Gam nel 1955. Torino, Archivio Fotografico della Fondazione Torino Musei
Gli interni della Gam: le collezioni dell’‘800 nel 1959
Hans Hartung, Composition T 50-5 (T, 50-5), 1950, olio su tela, cm 97 x 146. Torino, Gam – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea
Lucio Fontana, Concetto spaziale, 1952, ferro verniciato, cm. 300 diam. Torino, Gam – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea.
La vecchia sede della Galleria d’Arte Moderna, Musei Civici di Torino, in corso Galileo Ferraris. Padiglione espositivo eretto nel 1880 su disegno di Marco Calderini, sede del museo dal 1885. Torino, Archivio Fotografico della Fondazione Torino Musei
Altri articoli dell'autore
Con un investimento di 27,5 milioni di euro, la riqualificazione della GAM si colloca tra gli interventi chiave del piano strategico della Fondazione Compagnia di SanPaolo. Ha vinto il progetto che nasce dall’edificio e dalla sua storia, ne attraversa le trasformazioni e guarda al futuro, restituendo al museo un rapporto poroso e continuo con la città
L’intesa tra The Walt Disney Company e OpenAI, la società che sviluppa ChatGPT e Sora, porta i personaggi del gruppo – da Disney a Pixar, Marvel e Star Wars – all’interno di ambienti di creazione generativa autorizzati: un passaggio strategico nella governance dell’intelligenza artificiale applicata alla produzione culturale e alla gestione degli immaginari
Dalle prime 10 opere restaurate nel 1989 alle oltre 2.200 in 20 edizioni, la storia di un progetto ispirato alla Costituzione, che ha fatto della bellezza una responsabilità civile
Nata nei laboratori di Google e oggi controllata da Alphabet, la flotta di robotaxi statunitensi avvia un programma di wrapping artistico per mediare il rapporto tra tecnologia, intelligenza artificiale e spazio urbano, disegnando un immaginario collettivo, nato nella Silicon Valley, che presto diventerà globale



