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Sussurri e grida dal Colosseo

Sussurri e grida dal Colosseo

C’è un caso Colosseo: una possibile «grande mangiatoia», ha denunciato «il Fatto Quotidiano», fatta di sprechi e di irregolarità per consulenze e incarichi, affidati senza contratto, a persone alle quali viene riconosciuto un debito a bilancio senza chiarezza sui loro compiti. Esistono anche contratti di servizio che non rispettano o eludono con diversi artifici l’obbligo della gara pubblica.

Responsabile è la Soprintendenza speciale per i Beni archeologici di Roma retta fino al febbraio 2015 da Maria Rosaria Barbera: nel 2014 la spesa per collaborazioni è stata di 7 milioni di euro. Le accuse del «Fatto Quotidiano» (Stefano Feltri e Carlo Tecce, 15 dicembre) vengono dai documenti di un dossier-denuncia di oltre mille pagine consegnato alla Corte dei Conti il 19 maggio 2016 e all’Anac di Raffaele Cantone il 26 luglio successivo da Rinaldo Satolli, segretario del Coordinamento Beni e Attività culturali della Federazione lavoratori pubblici e funzioni pubbliche. L’Flpbac è un’organizzazione sindacale autonoma che dichiara una adesione di circa il 5% di tutti i dipendenti del settore ma è particolarmente forte e attiva nel Lazio, dove arriva al 40%: un sindacato anomalo perché conta tra gli iscritti molti funzionari, architetti, storici dell’arte che hanno accesso ai dati sensibili del Mibact.

Lungo l’elenco delle irregolarità denunciate, difficili da individuare anche perché parzialmente «mascherate» tra le pieghe di bilanci poco trasparenti dai quali è difficile verificare la correttezza delle procedure seguite. Tutti i documenti del dossier consegnato a Cantone e alla Corte dei Conti si riferiscono al 2010-14, quindi a un’epoca precedente alla gestione attuale della Soprintendenza Archeologica Speciale, retta da Francesco Prosperetti dal marzo 2015. Certo, qualcosa non è chiaro per il periodo documentato ma saranno Corte dei Conti e Anac a dire se irregolarità vi siano state e di che gravità. Finora alla Soprintendenza non sono arrivate richieste di chiarimenti o spiegazioni né dalla Corte dei Conti né dall’Anac.

Da notare tuttavia che dall’arrivo di Prosperetti il volume delle consulenze e degli incarichi ha avuto una inversione di tendenza: dai 7 milioni di euro del 2014 si è scesi ai 4 del 2015 e ai 3 di quest’anno, i contratti di collaborazione sono passati da 700 a 230. Lo stesso Prosperetti ha dichiarato che per raggiungere questo risultato c’è voluto un attento sistema di controlli e sono state applicate in modo rigoroso le norme di legge. Sono invece aumentati i lavori in appalto: da 20 milioni ai 43 del 2016, rispettando il codice degli appalti che impone la gara se l’importo supera i 40mila euro. A gennaio scatterà la frammentazione della Soprintendenza con la separazione del Museo Nazionale Romano, dell’Appia Antica e degli scavi di Ostia. Rimane il rischio che venga stralciato anche il cuore della Soprintendenza: Colosseo, Fori e Palatino. Sarebbe la fine della sua ragion d’essere e del ruolo stesso di Prosperetti.
 

Edek Osser, 10 gennaio 2017 | © Riproduzione riservata

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