Image

Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Image

La Pala della Crocifissione di Giovanni Angelo di Antonio dalla Pieve di San Lorenzo a Serrapetrona (Mc)

Image

La Pala della Crocifissione di Giovanni Angelo di Antonio dalla Pieve di San Lorenzo a Serrapetrona (Mc)

Serrapetrona mette in mostra in chiesa i suoi restauri

26 opere recuperate nelle chiese inagibili del Comune esposte a Santa Maria di Piazza

Stefano Miliani

Leggi i suoi articoli

Dalla drammatica «Crocifissione con la Madonna e santi Giovanni Evangelista e Maria Maddalena», eseguita da Giovanni Angelo di Antonio nel 1452, a quattro tele del marchigiano Domenico Luigi Valeri (1701-65) fino ad autori ignoti per lo più del Sei e Settecento, il Comune di Serrapetrona espone nella centrale Chiesa di Santa Maria di Piazza 26 opere recuperate nelle chiese inagibili di Serrapetrona: restaurate dopo il terremoto dell’ottobre del 2016, sono riunite sotto il titolo «Il Bello... della Ricostruzione. L’arte salvata si mostra».

Finché non sarà possibile riportarle nei luoghi d’appartenza, le 26 opere rimarranno visitabili nella chiesa tardosettecentesca riaperta per l’occasione dopo 21 anni: era stata restaurata dopo il terremoto del 1997 e ha retto bene all’ultimo sisma. A Matelica le suore clarisse, con l’appoggio del Comune, hanno lanciato una raccolta fondi per restaurare il duecentesco Monastero della Beata Mattia, ma Serrapetrona è la prima amministrazione nel cratere maceratese con un contenitore culturale unico aperto al pubblico.

Secondo Daniela Tisi, già direttore della Rete Museale dei Sibillini e ora consigliera per le reti museali del ministro Bonisoli, «abbiamo il dovere di trovare soluzioni che possano restituire alla comunità spazi di fruizione delle opere d’arte e attivare forme di occupazione che coinvolgano i tanti musei ancora chiusi. Stiamo lavorando su accordi di valorizzazione territoriale per aiutare la ripresa delle attività e quindi dell’economia». Originaria di Amandola, la Tisi conosce bene lo scenario marchigiano e reputa «importante considerare ciò che fu fatto nel terremoto del ’97, perché le buone pratiche non devono essere disperse ma possano servire da esempio». Diventa allora impellente selezionare le priorità su cosa e come ricostruire, decidere dove esporre cosa (degli oltre 22mila beni mobili recuperati dal dicastero ben 13mila sono nelle Marche). A oltre due anni e mezzo dal sisma troppo resta da fare.
 

La Pala della Crocifissione di Giovanni Angelo di Antonio dalla Pieve di San Lorenzo a Serrapetrona (Mc)

Stefano Miliani, 12 febbraio 2019 | © Riproduzione riservata

Altri articoli dell'autore

Nella Chiesa della Misericordia di San Severino Marche una settantina di opere, quasi tutte su carta, di oltre 40 autori dagli anni Quaranta ad oggi

Encomiabile la ricostruzione della Basilica distrutta all’80% dal sisma del 30 ottobre 2016. Entro un anno e mezzo si prevede la conclusione dei lavori anche nella Cattedrale di Santa Maria Argentea. La sfida, anche qui, è «com’era dov’era, ma con più sicurezza»

Riapre dopo il terremoto del 2016 con un nuovo ordinamento «tipologico» e con opere provenienti dalle chiese allora danneggiate. In mostra anche Giovan Battista Tiepolo e Valentin de Boulogne

Ridotta in 120mila frammenti dal terremoto del ’97, la vela di san Matteo nella crociera della Basilica Superiore è stata appena reintegrata da una proiezione in 4K

Serrapetrona mette in mostra in chiesa i suoi restauri | Stefano Miliani

Serrapetrona mette in mostra in chiesa i suoi restauri | Stefano Miliani