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Laura Lombardi
Leggi i suoi articoliLa Cappella del cardinale Portogallo nella Chiesa di San Miniato al Monte, monumento entrato quest’estate a far parte del Patrimonio Unesco che vanta la straordinaria compresenza di opere di grandi artisti del Rinascimento, è stata appena restaurata sotto la direzione di Maria Maugeri della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Firenze e le Province di Pistoia e Prato, grazie alla generosità di Jon Cherubini e all’impegno costante nella tutela del patrimonio fiorentino della Fondazione Friends of Florence.
L’intervento ha interessato la struttura e l’intera decorazione della cappella, realizzata a metà del Quattrocento per volontà testamentaria di Giacomo di Lusitania, cardinale di Sant’Eustachio proveniente dalla famiglia reale del Portogallo e morto a Firenze nel 1459. La coralità d’impegno che vide all’opera grandi artisti del tempo si è rispecchiata anche nel progetto di restauro, che ha coinvolto competenze diverse a seconda delle tecniche usate applicando il principio del minimo intervento e della compatibilità dei materiali con la messa a punto di metodologie innovative.
Le pitture murali di Alessio Baldovinetti, realizzate a secco con l’impiego di un legante organico su di un intonaco molto liscio, e di Piero e Antonio del Pollaiolo, erano in un discreto stato di conservazione grazie al restauro condotto nel 1974 da Giuseppe Rosi e seguito dall’Opd. La pulitura, preceduta da accurati test, si è indirizzata principalmente verso il cosiddetto metodo dry cleaning, tramite l’impiego di gomme in lattice vulcanizzato e, per la pulitura dei drappi rossi degli angeli del Pollaiolo, del laser in alcune zone fornito da El.En Group.
La tavola dipinta con l’«Annunciazione» di Baldovinetti, nella quale restano le tracce di dorature a missione e lacche rosse, è stata liberata da ritocchi di un precedente restauro, ritrovando così unità di lettura e equilibrio nelle cromie; la pulitura ha riguardato anche la copia novecentesca della pala di Antonio e Piero del Pollaiolo con i «Santi Vincenzo, Giacomo Maggiore ed Eustachio» oggi agli Uffizi. Sono stati poi rimossi i depositi atmosferici che velavano i marmi del Monumento funebre del cardinale del Portogallo, opera di Antonio Rossellino, equilibrando con tenui velature ad acquarello le aree leggermente svelate da antiche puliture. Il restauro ha messo in luce piccole tracce di policromia e doratura che in origine dovevano coprire buona parte del marmo e ha restituito i giusti equilibri tra le parti scolpite a tutto tondo e gli elementi architettonici.
L’intervento ha riguardato anche la ripartizione architettonica della cappella, progettata da Antonio Manetti, gli elementi in pietra serena con stemma policromo e l’epigrafe in marmo. La volta a vela con le Quattro Virtù cardinali e lo Spirito Santo realizzate in terracotta invetriata da Luca della Robbia presentava anch’essa depositi e stuccature riconducibili a interventi pregressi.
Oltre alla messa in sicurezza e al consolidamento dei vari elementi in terracotta e delle malte che li tengono insieme, si è dunque proceduto al recupero estetico della superficie invetriata, facendo uso per la prima volta del laser che ha permesso la rimozione selettiva delle ridipinture alterate in porporina e la riscoperta della foglia oro originale applicata a missione. Il restauro, che ha interessato anche le vetrate e il cancelletto, si è accompagnato a una campagna di monitoraggio del microclima per un periodo di 9 mesi: in base ai dati raccolti si è deciso di rimontare le finestre lasciando un piccolo spiraglio per l’aerazione.

La volta della Cappella del cardinale del Portogallo con i tondi di Luca della Robbia

La Cappella del Cardinale del Portogallo a San Miniato dopo il restauro
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