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Ritorno alla grafica

Flavia Foradini

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Quando nel 2003 il Museo Albertina riaprì i battenti dopo un radicale restauro, il direttore Klaus Albrecht Schröder presentò al pubblico non solo un edificio finalmente rischiarato e accogliente, ma annunciò di voler aprire lo stretto sentiero della grafica con mostre che pur partendo da disegni, litografie, incisioni, acquerelli, si ampliassero a comprendere anche la restante produzione di un certo artista, così da consentire proficui sguardi di insieme. I dati di affluenza (700mila visitatori all’anno) e la capacità espositiva della squadra di Schröder, declinata in molte iniziative parallele, gli hanno dato ragione. Ora tuttavia l’Albertina torna alla sua vocazione primigenia di eccelsa collezione di grafica, e dedica in permanenza a questo genere circa 450 mq di sale espositive: le nuove «Tietze Galleries» al secondo piano del palazzo. «Non è affatto un improvviso ritorno alle origini, spiega Schröder: negli ultimi dieci anni abbiamo organizzato grandi mostre di Michelangelo e Rubens, Rembrandt, Rudolf von Alt o Schiele, e abbiamo fatto per la grafica più di qualsiasi altro museo. Ma ora vogliamo dare all’Albertina una struttura ancora più organica e avere spazi dedicati ad approfondire appunto solo la grafica». La prima mostra fino al 10 maggio è dedicata a Elaine Sturtevant, dal 20 maggio sarà la volta di Munch e quindi di Kubin. Per valorizzare anche l’ingente collezione fotografica del museo, fondata proprio da Schröder nel 1999, l’Albertina dedicherà inoltre da maggio le sale nell’ammezzato esclusivamente alla fotografia.

Flavia Foradini, 02 marzo 2015 | © Riproduzione riservata

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