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Guglielmo Gigliotti
Leggi i suoi articoliRoma. Come ridevano gli artisti della Roma dei papi della Controriforma? Al Museo di Roma a Palazzo Braschi, la mostra «L’arte del sorriso. La caricatura a Roma dal Seicento al 1849», aperta dal 9 giugno al 2 ottobre, apre squarci, oltre che su un genere, su un mondo in cui la beffa e lo scherno si alternavano ai progetti di piazze barocche o all’esecuzione di solenni pale d’altare. Papi, principi, cardinali, nobili, ma anche cappellaie, sarti, rammendatrici di calze e musicisti sono i soggetti di un’arte della deformazione comica socialmente trasversale, illustrata in mostra da 120 opere selezionate dalle curatrici Angela Maria D’Amelio, Simonetta Prosperi,Valenti Rodinò e Simonetta Tozzi.
A Roma, la prima caricatura nota è quella di Michelangelo, che si autoritrae nel mezzo dell’immane sforzo per la realizzazione solitaria della Volta della Sistina, mentre dipinge un goffo pupazzo. La mostra inizia invece con i disegni di Annibale Carracci, continua con quelli spietatamente arguti del Bernini (forse il vero iniziatore del genere), prosegue con i capolavori grafici di Pier Leone Ghezzi (1674-1755), giunge fino alle satire dell’architetto pontificio Carlo Marchionni (1702-1786), per terminare con le pubblicazioni della rivista socialista e anticlericale «Don Pirlone», di metà ’800. Considerata un genere minore, la caricatura (così detta perché «caricava» graficamente specifici tratti fisici della figura rappresentata) fornisce in verità un modo di intercettare un’atmosfera psicologica della vita reale, che la storia dell’arte filtra, ma che è necessario conoscere per completare il quadro esistenziale di molti artisti del passato. Immaginare Gian Lorenzo Bernini e il cardinale Scipione Borghese divertirsi mentre osservano la caricatura che il primo ha fatto del secondo, su un foglio, in una pausa di lavoro del celebre ritratto marmoreo dello stesso cardinale, è una notazione che aiuta a capire meglio il tenore della quotidianità che accompagnava anche la realizzazione di capolavori.
Le opere in mostra sono prestiti provenienti dal Palazzo Chigi di Ariccia, dall’Accademia Nazionale di San Luca, dall’Archivio Storico Capitolino, dalla Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Barberini, dall’Istituto Centrale per la Grafica di Roma, dal Museo del Risorgimento di Roma, dalla Collezione d’Arte della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, oltre che dal Gabinetto delle Stampe di Palazzo Braschi.

Gian Lorenzo Bernini, Caricatura del cardinale Scipione Borghese
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