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Luca Scarlini
Leggi i suoi articoliIl legame strettissimo che corre tra il teatro e l’arte italiana del Novecento viene per solito trascurato, o presentato come elemento a margine, come accade nella bella mostra su Vincenzo Agnetti a Palazzo Reale di Milano, dove poco si spiega il suo passaggio dalla scuola del Piccolo Teatro all’arte concettuale.
La Fondazione Marignoli pubblica un libro in occasione della mostra a Spoleto, che racconta gli esordi in scena di Domenico Gnoli, maestro di una figurazione fantastica, che proprio a contatto con gli attori trovò una prima via di espressione. I suoi spettacoli, nel breve giro di tempo in cui si propose come scenografo, ebbero firme illustri. Jean-Louis Barrault, a Parigi, diresse la «Belle au bois dormante» di Jules Supervielle, mentre Robert Helpmann mise in scena a Londra l’«As you like it» shakespeariano. Si tratta di una sequenza di visioni barocche, lussureggianti, rese con un tratto aguzzo, simile alle magnifiche illustrazioni americane per «Life» e «Fortune», incantevole bestiario di creature fantastiche, tra il melanconico e il terrorizzante.
Il libro ripercorre quindi un «ritratto dell’artista da cucciolo», per parafrasare Dylan Thomas, in cui si ritrovano non pochi stilemi della sua produzione più nota.
Domenico Gnoli. Disegni per il teatro 1951-1955, di autori vari, a cura di Michele Drascek, 254 pp., Fondazione Marignoli Contemporary – Editoriale Umbra, Spoleto 2017,
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Londra, 1955, Domenico Gnoli e la scenografia per «As you like it» © Archivio Domenico Gnoli, Roma

Domenico Gnoli, «As you like it», 1955, album, china e acquarello su carta, 23 x 30 cm © Archivio Domenico Gnoli, Roma
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