La galleria Robilant+Voena porta il «Ritratto di tre quarti di un soldato» di Guido Cagnacci, un olio su tela che nel 2008 ha preso parte alla mostra sul pittore romagnolo a Forlì. Carlo Virgilio (Roma) avrà anche un «San Paolo eremita» di Salvator Rosa, del 1660 ca; Fabrizio Moretti (che nella sua galleria londinese, dal 6 ottobre al 2 novembre, presenta «The Guardian Animals + Other Invisible Beings», una mostra in collaborazione con l’Atelier dell’Errore, un laboratorio di arti visive della neuropsichiatria infantile di Reggio Emilia e Bergamo, e con il supporto di Max Mara) ospiterà anche una coppia di tondi di Bartolomeo Bulgarini (attivo tra il 1337 e il 1378); Carlo Orsi, che divide lo stand con Trinity Fine Art di Londra, avrà un olio su tela ovale del 1677 di Carlo Dolci con l’«Allegoria della Pazienza»; la romana Alessandra Di Castro presenta tra l’altro anche un cammeo romano del 1805-10 ca in agata con il profilo di Napoleone I; suo fratello Alberto Di Castro porterà tra l’altro una colonna tortile in commesso di marmi bianchi e neri e una collezione di cinque legature ebraiche in argento (una, veneziana, della seconda metà del Settecento; il torinese Luca Burzio, che ora svolge la propria attività a Londra, espone una coppia di stipi di Giuseppe Valadier databili tra il 1785 e il 1797, appartenuti a papa Pio VI, oltre al busto in marmo di un nobiluomo, opera di Lodovico Caselli (1817-62).

L’altro torinese, Benappi, reca una scultura in legno intagliato di Giovanni Angelo e Tiburzio Del Maino, raffigurante la scena di «Gesù tra i Dottori del Tempio», databile intorno al 1495.