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Una vista dell’ala del Pecci progettata da Maurice Nio che per la prima volta accoglie la collezione permanente

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Una vista dell’ala del Pecci progettata da Maurice Nio che per la prima volta accoglie la collezione permanente

Per un Pecci visionario, eccentrico e inclusivo

L’allestimento di Formafantasma vuole che il pubblico si senta a proprio agio, «perché uno dei rischi dell’arte contemporanea è tuttora quello di allontanare», spiega il direttore del museo di Prato Stefano Collicelli Cagol

Elena Franzoia

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Prato. Una visione «laterale» connota dal 6 maggio l’ala grande dell’«astronave» progettata da Maurice Nio per il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, che per la prima volta accoglie le collezioni permanenti. Grazie alle scelte curatoriali del direttore Stefano Collicelli Cagol (Padova, 1978), la nuova esposizione, con il titolo «Eccentrica», ospita 55 delle oltre 1.200 opere acquisite o donate al Pecci dal 1988 a oggi, secondo un progetto espositivo firmato dallo studio Formafantasma e articolato in quattro sezioni: «Il Centro in una stanza», «Il taglio è una macchina del tempo», «Italia Novanta» e «Futuro Radicale». In concomitanza con l’inaugurazione di «Eccentrica» apre a cura di Michele Bertolino ed Elena Magini la mostra temporanea «Volevo vedermi negli occhi» (fino al 15 ottobre), la prima che un’istituzione italiana dedica alla fotografa campana Lina Pallotta.

«Il futuro del Pecci sarà sempre più radicato al contesto toscano e pratese in particolare, anche se è nostra intenzione posizionarci a livello internazionale, afferma Stefano Collicelli Cagol. Prato è una città che interseca flussi e culture differenti, connotata da un milieu imprenditoriale ed economico imperniato sul tessile che si riflette in precise scelte collezionistiche orientate al contemporaneo. La Toscana è poi una regione che si misura oggi con i grandi temi del lavoro e della sostenibilità ambientale. Non è quindi un caso che abbiamo riservato particolare attenzione, dedicandole una sezione permanente anche grazie alla recente acquisizione degli archivi della Galleria Schema, a quell’Architettura Radicale che partendo dalla Toscana raggiunse negli anni ’60 e ’70 esiti internazionali, anticipando all’interno di una concezione visionaria del futuro temi della cultura contemporanea, non solo architettonica, come il rapporto dell’uomo con la città e l’ambiente.

Un altro tema portante di “Eccentrica” è quello delle
artiste, con opere di Liliana Moro, Sylvie Fleury, Lucia Marcucci, Chiara Fumai. Il nostro Cid/Arti Visive, polo regionale di documentazione e ricerca sulle arti contemporanee, ha inoltre recentemente ricevuto come lascito testamentario l’archivio di Lara-Vinca Masini, di cui ricorre quest’anno il centenario della nascita (è scomparsa a gennaio 2021, Ndr) e che ricorderemo in autunno con la mostra “Lara-Vinca Masini. La memoria del futuro”».
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Altamente significativi appaiono sia la scelta del titolo sia il coinvolgimento di Formafantasma. «“Eccentrica” rimanda al porsi fuori dal centro. Vicino al casello autostradale, il Centro Pecci è un punto di snodo e di passaggio. Le sue collezioni restituiscono una varietà di produzioni artistiche che aprono percorsi “differenti” tra le discipline, contaminando discorsi e pratiche anche grazie all’intersezione tra opere e materiali d’archivio. Sin dagli inizi, con il sostegno dell’imprenditoria locale, le collezioni si sono formate in risposta alle esposizioni, ai lasciti di privati e alle scelte delle varie direzioni. L’attenzione alla produzione artistica del territorio toscano, italiano e internazionale; la riflessione su eventi epocali come la caduta del muro di Berlino; l’impulso all’interdisciplinarietà sono le principali linee lungo le quali sono cresciute le nostre collezioni, precisa Collicelli Cagol.

Quanto a Formafantasma, avevo visto loro allestimenti legati al tessuto, ad esempio nel progetto “Tre stazioni per Arte-Scienza” al Palazzo delle Esposizioni di Roma (2021-22). Poiché la cultura museografica italiana è stata molto importante nel corso del ’900 ma è poi andata progressivamente perdendosi anche per l’avvento di pratiche curatoriali che di fatto ne hanno sostituito il modo di “saper porgere” l’opera, ho quindi pensato che fosse importante recuperarne la marcata componente autoriale. Con l’obiettivo di creare uno spazio dove il visitatore sia invitato a ritornare, volevo anche poter contare su una progettualità capace di farlo sentire completamente a suo agio, tanto più che uno dei rischi dell’arte contemporanea è tuttora quello, un po’, di allontanare.

Con una componente visionaria in sintonia con l’avveniristica architettura di Nio,
Formafantasma sono stati perfettamente in grado non solo di leggere la relazione tra spazio e opere, ma anche di riflettere su come il corpo vive con maggiore benessere lo spazio grazie all’illuminazione, alle tonalità della pavimentazione e degli elementi divisori, ai supporti che recano le informazioni sulle opere. Il tema dell’inclusività è peraltro oggi centrale per noi. Non solo grazie ai fondi del Pnrr potremo ripensare la comunicazione interna ed esterna del Centro, ma con l’aiuto di Formafantasma vorremmo creare una mensola che percorra tutte le sezioni di “Eccentrica” offrendo materiali per visite guidate a tipologie di pubblico con esigenze specifiche.

Abbiamo anche avviato in maniera più strutturata un percorso di
Arte e Benessere in collaborazione con le associazioni dei non vedenti e dei malati di Alzheimer e, molto importante, a fine maggio promuoveremo un evento con la Fondazione Fresco a favore dei malati di Parkinson, che tuttora nell’area pratese non hanno nessuna istituzione culturale con cui interagire. Nell’ambito della nostra lunga collaborazione con la Usl, iniziata negli anni ’90, desideriamo anche focalizzarci sugli adolescenti, dati i casi di drammatica difficoltà che si sono sviluppati a causa della pandemia e delle dilaganti tecnologie digitali».

Stefano Colicelli Cagol dentro il Centro Pecci. Foto Claudia Gori

Elena Franzoia, 02 maggio 2023 | © Riproduzione riservata

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