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Luana De Micco
Leggi i suoi articoliÈ sulle orme della teoria dell’arte post ’68 di Germano Celant che ha aperto il nuovo [mac], il museo d’arte contemporanea di Marsiglia, rimasto chiuso quattro anni per lavori. Infatti, nel saggio «1968: Towards a Global Diversity» in Circa 1968 (1999), Celant teorizzava la fine della dittatura della pittura e della scultura e descriveva l’arte contemporanea come «onnipotente», capace di «muoversi su tutti i territori» e in cui «tutti i media si sovrappongono».
Ed è a questi principi che si è ispirato il nuovo allestimento del museo che, con il titolo «Parade», si articola in sei capitoli e 130 opere. Tra gli artisti presenti, Jean Tinguely, Jean-Michel Basquiat, Christo, Dennis Oppenheim, Daniel Spoerri, Antonio Recalcati, Nan Goldin, Ed Ruscha e Ann Veronica Janssens. Il [mac], uno dei maggiori musei d’arte contemporanea in Francia, ospita anche prestiti permanenti del Centre Pompidou e del Centre National des Arts Plastiques.
Inaugurato nel 1994 in un edificio al centro di un vasto giardino con sculture di César e Jean-Michel Alberola, nel 2019 aveva chiuso le porte per permettere l’adeguamento dei locali alle attuali esigenze climatiche, garantire migliori condizioni di conservazione delle opere, modernizzare gli spazi per l’accoglienza, ampliare le sale per la collezione permanente (circa 3mila metri quadrati).
È stata anche creata una project room per sperimentazioni artistiche e ripensata la museografia, e una cinquantina di opere sono state restaurate. Nel progetto, affidato agli architetti Maxime Repaux e Frédéric Roustan del Bureau Architecture Méditerranée, sono stati investiti circa 5 milioni di euro (di cui 285mila per il restauro delle opere), più della metà finanziati dal Dipartimento Bouches-du-Rhône.
La mostra inaugurale, «It’s not my job, it’s your job» (fino al 6 agosto), è dedicata all’opera poetica e ludica di Paola Pivi (Milano, 1971), con opere note come «Take me home» (2006) e «That’s what I do for fun» (2020), in cui l’artista mette in scena i suoi orsi colorati, e un’opera inedita, «Free Land Scape» (2023).
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