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Alessandro Martini
Leggi i suoi articoliÈ di nuovo visibile, dopo il completamento del riallestimento, lo storico studiolo di Pietro Accorsi (1891-1982), l’antiquario torinese a cui si rivolsero collezionisti italiani e internazionali, da Agnelli a Ford, da Abegg a Einaudi.
L’ambiente, che si aggiunge alle 27 sale arredate della collezione permanente, completa il percorso di visita del Museo delle Arti Decorative-Fondazione Accorsi Ometto, inaugurato nel 1999.
Lo studiolo era il luogo in cui l’antiquario amava ritirarsi per leggere, studiare o ricevere amici, ospiti e clienti. Nell’ambiente raccolto, le cui pareti sono rivestite da una una stuba valtellinese del Seicento utilizzata come boiserie, sono esposti vetri di Chiusa Pesio, maioliche di Strasburgo, maioliche rinascimentali italiane, terrecotte di Francesco Ladatte e un raro biscuit di Meissen raffigurante «La venditrice di amorini».
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