Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Laura Lombardi
Leggi i suoi articoliFirenze. A Palazzo Medici Riccardi dal 12 maggio al 24 luglio la mostra «Michelangelo e Vasari. Preziose lettere all’"amico caro" dall’archivio Vasari» a cura di Elena Capretti e Sergio Risaliti offre l’occasione di esporre per la prima volta, a seguito del restauro di quel nucleo di lettere e della digitalizzazione dell’intero archivio, «un lembo del secolo d’oro», come lo definì Ojetti nel «Corriere della Sera» nel 1908 quando Giovanni Poggi, allora direttore del Bargello, rinvenne il carteggio nell’archivio Spinelli di Arezzo. Quell'archivio è ora di proprietà privata dei fratelli Festari, in qualità di eredi, ma vincolato alla casa di Vasari, acquistata dallo Stato italiano nel 1911.
Preziosa testimonianza della poliedrica figura dell’artista, architetto e autore de Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori, e architettori, e della sua volontà di «lasciar fama» di sé e combattere la «voracità del tempo», quelle carte evidenziano il rapporto privilegiato di Vasari con il suo principale committente, Cosimo I de’ Medici, e i sodalizi con Giovio, Bembo, l’Aretino, Borghini e altri.
Fulcro della mostra, suddivisa in sezioni, è il rapporto vivo che intercorre tra Vasari e Michelangelo, specie negli anni Cinquanta del Cinquecento, quando il Buonarroti, ormai anziano, confida, da Roma, a «Messer Giorgio amico caro» in Firenze, le proprie ansie e le ultime meditazioni sull’arte e l’architettura; nelle lettere sono anche tre sonetti, testamento spirituale dell’artista, che avverte di essere giunto quale «fragil barca» al «comune porto» scampando al mare tempestoso della vita.
Il restauro del nucleo di lettere e la digitalizzazione dell’intero archivio sono stati promossi e diretti dalla Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Toscana. La mostra, organizzata da A.V.M. srl con il sostegno di Banca Ifigest, è realizzata con il patrocinio dei Comuni di Firenze e di Arezzo e in collaborazione con il Consiglio della Regione Toscana.








Altri articoli dell'autore
La Fondazione Palazzo Strozzi di Firenze ha riunito circa 150 opere provenienti da oltre 60 tra musei e collezioni private riuscendo a «ricomporre pale smembrate dall’epoca napoleonica grazie a prestiti eccezionali»
Mentre a fine settembre inaugura la grande mostra su Beato Angelico, il direttore generale del museo fiorentino anticipa in esclusiva a «Il Giornale dell’Arte» l’esposizione che la prossima primavera sarà dedicata al rapporto dell’artista americano con la città
Resta l’amarezza di notare che Firenze, a differenza di altre città europee, pur avendo vantato nel Rinascimento un primato nell’architettura, non abbia oggi una visione complessiva della contemporaneità
Il restauro ha riportato in luce sotto una ridipintura scura i vivaci colori di una delle icone più celebri e venerate nel Medioevo in quanto ritenuta il ritratto di Cristo, da oltre mille anni nella Cattedrale di Lucca