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Matelica non rinuncia alle sue opere

Matelica non rinuncia alle sue opere

Stefano Miliani

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Sono visibili in un deposito temporaneo, climatizzato, approntato nei sotterranei di Palazzo Ottoni, dipinti e sculture dal Museo Piersanti, dalla Pinacoteca Civica Raffaele Fidanza e da varie chiese, luoghi tutti inagibili per il sisma dello scorso 30 ottobre.

Su progetto scientifico di Giulia Spina, l’iniziativa intitolata «Matelica Museo aperto» è voluta dal sindaco e storico dell’arte Alessandro Delpriori con la Diocesi di Fabriano-Matelica e la Provincia francescana Picena per evitare quel dislocamento nel laboratorio di restauro di Ancona osteggiato in paese (cfr. n. 371, gen. ’17, p. 10).
 

Stefano Miliani, 13 luglio 2017 | © Riproduzione riservata

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Lo riferisce un articolo di prossima pubblicazione sulla rivista accademica «Archeometry» dell’Università di Oxford, frutto di un lavoro di squadra: dopo aver esaminato alcuni campioni e confrontato i risultati con le banche dati, si è arrivati a supporre che l’evento ha avuto luogo tra i 4.200 e i 2.200 anni fa

«We Were Here», il documentario di Fred Kudjo Kuwornu presentato alla Biennale di Venezia del 2024, è in corsa per le nomination alle statuette di Los Angeles. «Nel ’500 e ’600 troviamo soggetti neri anche in dipinti di artisti famosi. Ho cercato di intercettare quel momento dell’Europa in cui la razza non era una categoria su cui costruire differenze o un’ideologia razzista», racconta il regista

 

 

Sei anni fa il critico d’arte insultò l’allora presidente di Italia Nostra, contraria al prestito al Louvre del foglio di Leonardo. Dopo sei anni la vicenda si chiude con scuse via social e «una stretta di mano a distanza»

 Da un incontro di studi moderato da Andrea De Marchi è emerso che la riproduzione 1:1 dell’«Adorazione dei Magi» degli Uffizi, ora restaurata ed esposta nella Pinacoteca Molajoli, era stata commissionata nel 1927 a Umberto Giunti, allievo di un celebre falsario, non per essere venduta come originale, bensì per abbellire un palazzo

Matelica non rinuncia alle sue opere | Stefano Miliani

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