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Olga Scotto di Vettimo
Leggi i suoi articoliDirettore del Madre-Museo d’Arte Contemporanea Donnaregina da gennaio 2013, Andrea Viliani (1973) ha impostato le proprie scelte culturali adeguando gli obiettivi dell’istituzione alle complesse dinamiche della società contemporanea. Ha contribuito a ribaltare la tradizionale idea di museo e ha reso l’istituzione uno spazio permeabile all’esterno e in dialogo con esso, capace di assorbire gli umori del territorio e di riportarli al suo interno sotto forma di narrazioni attraverso una collezione permanente rappresentativa degli intrecci tra artisti, opere, galleristi e collezionisti della regione. Attento anche alla dimensione internazionale, Viliani ha aperto il museo al confronto con la pluralità dei linguaggi, mescolando teatro, cinema, fotografia, performance, installazioni, pittura e scultura.
Quali sono le mostre in corso al Madre?
Nel 2016 il Madre ha dedicato la programmazione alla narrazione dell’arte italiana di artisti emergenti e affermati, cercando di attivare il nostro territorio affinché si facesse ospite accogliente e aperto e interprete consapevole e critico di urgenze contemporanee. Dopo la retrospettiva dedicata a Mimmo Jodice, protagonista della ricerca fotografica e sublime interprete della civiltà mediterranea, quella dedicata a uno dei massimi esponenti delle neoavanguardie del Novecento, Fabio Mauri, e la prima personale in un museo pubblico di Gian Maria Tosatti, non solo realizzano un sostegno produttivo e propositivo all’arte italiana (rivolgendosi anche al pubblico internazionale affinché la riconoscano nelle sue sperimentazioni più radicali come nel suo magistero, spesso ancora ignorati), ma hanno in comune una visione dell’arte come impegno morale, rivendicazione di autonomia e libertà intellettuale e affermazione del diritto alla civiltà.
Progetti futuri?
Stiamo predisponendo le condizioni per una sempre più stretta collaborazione con musei e siti nazionali come Pompei e Capodimonte e con i musei di via Duomo, la «Via dei Musei». Investigheremo, entrando anche nella collezione e nelle mostre di artisti internazionali, la relazione fra archeologia, arte antica e arte contemporanea. Un’opportunità tipicamente italiana, dato il nostro straordinario patrimonio culturale, che ha rilevanza anche metodologica oltre che indubbiamente turistica, dato che si pone l’obiettivo di riconnettere fra loro tempi, spazi e discipline che indagano una materia in fondo comune: Che cos’è contemporaneo? Che cos’è rilevante, oggi? Ovvero che fare, con la cultura del passato, per rivoluzionare il nostro presente o per viaggiare nel futuro?
Come si presenta la collezione del Madre e con quali opere intende implementarla?
Entro l’autunno 2017 si concluderà il progetto quinquennale «Per_formare una collezione», che fin dal 2013 è stato proposto come una mostra dalla temporalità estesa per esplorare le identità e le funzioni di una collezione museale oggi articolando fra loro generazioni, metodi e discipline diversi in un racconto che documentando il passato si radichi nel presente e si rivolga al futuro. Non solo acquisti o prestiti, ma nuove produzioni, perché la collezione non è solo il terreno di un’azione costante e dettagliata di tutela, ma anche il fulcro ideale ed emotivo e l’investimento principale di ogni museo.
Che rapporto ha la Fondazione Donnaregina con il territorio?
Nel 2016 abbiamo avviato il progetto «Per_formare una collezione. Per un archivio dell’arte in Campania», collezionando opere e materiali e producendo nuove opere di artisti del territorio per raccontarlo e condividerlo con un pubblico sempre più vasto. Non solo la programmazione e lo studio sulla collezione, ma anche l’attività editoriale (è in preparazione un Atlante dedicato alle ricerche artistiche in Campania dagli anni Sessanta a oggi) si propongono di affermare la rilevanza territoriale di una regione come la Campania che è stata crocevia di tutte le arti contemporanee negli ultimi cinquant’anni: un territorio molto caratterizzato, ma con un dna innegabilmente internazionale. Inoltre piattaforme avviate dal 2013, come Progetto XXI, i Matronati e MADREscenza, o avviate quest’anno, come Museo sul territorio, mirano a creare le condizioni per un sistema regionale del contemporaneo nella logica di un ente regionale qual è appunto la Fondazione Donnaregina: un museo potenzialmente diffuso su tutto il territorio.
Come intende orientare il «progetto» Madre nei prossimi anni?
È un progetto in corso, nel 2017 sarà possibile fare un bilancio. Il mio mandato scade alla fine del 2017, e già da quest’anno saranno implementanti nel programma diversi progetti che il museo potrà definire e sviluppare compiutamente nei prossimi anni: qui si è al centro di processi nevralgici anche per la storia di questo Paese e dell’Europa, processi dalle enormi potenzialità in grado di ispirare qualunque intellettuale e artista, ma anche ognuno di noi come cittadine e cittadini della polis contemporanea e globalizzata. Chiedetelo agli artisti campani o a quelli che qui verrebbero da tutto il mondo per proporre e sviluppare i propri progetti. Mi piacerebbe, in questo senso, poter affermare che il progetto Madre deve continuare e svilupparsi nei prossimi anni perché fa parte di un più ampio progetto, quello di una nuova, possibile «Campania Felix».
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