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Olga Scotto di Vettimo
Leggi i suoi articoliNelle sale di Palazzo di Città, edificio storico situato nel quartiere medievale di Castello a Cagliari, sarà ospitata fino al 7 giugno 2026 «Antonio Ligabue. La grande mostra». Organizzata dal Comune di Cagliari-Assessorato alla Cultura, Spettacolo e Turismo, Palazzo di Città-Musei Civici Cagliari, con la partecipazione della Regione Autonoma della Sardegna e della Fondazione di Sardegna, in collaborazione con Arthemisia, curata da Francesco Negri e Francesca Villanti (catalogo Moebius), la mostra di Ligabue, il «van Gogh italiano», come parte della critica lo definisce, presenta 60 dipinti e disegni, alcuni raramente esposti, come «Circo all’aperto» (1955-56), «Leopardo nella foresta» (1956-57), «Aratura» (1944-45), «Diligenza con castello» (1957-58) e «Autoritratto con berretto da fantino» (novembre 1962). La mostra sviluppa un percorso antologico attraverso le diverse fasi della produzione dell’artista (Zurigo, 1899-Gualtieri, 1965), secondo la periodizzazione indicata dal critico Sergio Negri nel 1966, ancora oggi riferimento imprescindibile per gli studi sulla sua opera: dal primo periodo (1927-39), caratterizzato da colori tenui e diluiti, tavolozza limitata (verdi, marroni, gialli e blu cobalto), composizione semplice e una certa ingenuità tecnica, al secondo (1939-52), segnato dalla scoperta della materia più grassa, colori più caldi (diverse tonalità di giallo, terra di Kassel, blu di Prussia, rosso carminio), potente espressività, composizioni più complesse e dinamiche, fino all’ultimo (1952-62), il più prolifico, in cui il segno si fa vigoroso, marcato e continuo e la tavolozza si arricchisce (giallo limone, terre di Siena, giallo cadmio e bruno Van Dyck, uso abbondante di bianco di zinco).
«La vita di un artista e la sua arte formano un tutto indivisibile. Questo vale, in genere, per tutti gli artisti, ma nel caso di Antonio Ligabue biografia e opera si fondono inestricabilmente. L’estenuante lotta per la sopravvivenza, lo strazio dell’abbandono, la solitudine e l’emarginazione: tutto confluisce nella sua pittura. Ogni pennellata nelle sue opere è intrisa di esperienze di vita, spesso dolorose e sempre intense. I suoi quadri sono potenti testimonianze di un’esistenza randagia, vissuta ai margini della società e sull’orlo della follia, dove l’arte diventa al contempo rifugio e grido d’aiuto. Osservare le opere di Ligabue significa immergersi nella sua vita, ogni colore, ogni forma, ogni soggetto riecheggia i tumulti della sua anima fragile e tormentata. È attraverso questa profonda connessione tra vita e arte che la pittura di Ligabue raggiunge vette di rara espressività, trasformando il dolore in suggestioni fantastiche che colpiscono e commuovono, rivelando l’essenza più intima di un artista straordinario», scrive Francesca Villanti nel catalogo della mostra.
Antonio Ligabue, «Diligenza con castello», s.d. (1957-58)
La critica ha definito lo stile di Libabue «realismo fantastico», una realtà riconoscibile, ma intensificata, dove la scena quotidiana assume energia visionaria. Il bestiario rappresenta uno dei nuclei più potenti della sua produzione: tigri, leoni, rapaci, galli da combattimento e cani animano scene di conflitto e tensione, diventando una sorta di proiezioni della sua stessa essenza e riflettendo quei sentimenti di emarginazione, solitudine e sofferenza che segnarono tanto la biografia quanto la produzione dell’artista. Così come gli autoritratti costituiscono per Ligabue un vero e proprio laboratorio identitario: occhi spalancati, lineamenti accentuati, variazioni espressive, configurano «una galleria di situazioni e di emozioni», rivelando il desiderio di affermare la propria presenza nel mondo. A lungo la ricerca di Ligabue è rimasta ai margini del discorso storico-artistico, difficile da collocare entro le categorie novecentesche e spesso ridotta a caso biografico, più che affrontata nei suoi esiti formali.
Nell’opera di Ligabue «c’è qualcosa di più complesso che ci sfugge», dichiarava Marino Mazzacurati, il primo a riconoscere negli anni ’50 il valore sua della pittura, considerandolo «non pittore naïf, ma grande artista espressionista». Alla morte dell’artista, nel 1965, mentre la critica ufficiale tendeva a defilarsi, la cultura popolare lo rese celebre. Determinate fu la biografia poetica scritta da Cesare Zavattini nel 1967, a cui sono seguiti i documentari di Raffaele Andreassi e lo sceneggiato televisivo di Salvatore Nocita (1977), che ne consolidò la figura nell’immaginario collettivo. «Sono trascorsi quasi sessant’anni dalla scomparsa di Antonio Ligabue. Da allora, mio padre Sergio Negri e io ci siamo dedicati alla salvaguardia della sua produzione artistica. Il nostro lavoro è sempre stato guidato dalla volontà di studiare e approfondire la conoscenza dell’artista, anche attraverso il sostegno a progetti che valorizzassero le sue opere in esposizioni complete e importanti. Un esempio significativo è “Antonio Ligabue. La grande mostra”. Il percorso espositivo spazia dai primi dipinti della fine degli anni Venti fino alle ultime opere dell’inverno del 1962, evidenziando la potente crescita artistica dell’autore. Questa evoluzione è così evidente che già nel 1966 mio padre sentì la necessità di definire una precisa periodizzazione dell’arte di Ligabue, suddividendola in tre periodi distinti che riflettono l’evoluzione dei caratteri tecnici, psicologici ed estetici», illustra Francesco Negri.
La mostra di Cagliari, pur non disgiungendo la vicenda biografica dall’opera, invita a guardare quest’ultima senza pregiudizio, lasciando che siano le immagini a definire i propri significati. In tal modo Ligabue non appare più come un personaggio eccentrico ai margini della storia e della critica d’arte, ma come un autore visionario e consapevole del proprio valore: «Io sono un grande artista», ha ripetuto più volte Antonio Ligabue, anticipando anche la sua fortuna postuma: «la gente non mi comprende, ma un giorno i miei quadri costeranno tanti soldi e allora tutti capiranno chi veramente era Antonio Ligabue».
Antonio Ligabue, «Lotta di galli», s.d. (1958-1959)