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Maddalena a bocca aperta

Maddalena a bocca aperta

Ada Masoero

Giornalista e critico d’arte Leggi i suoi articoli

Le collezioni del Museo dei Mobili e delle Sculture lignee del Castello Sforzesco si sono arricchite, ad aprile, di un’autentica gemma, grazie all’acquisizione da parte del Comune di Milano della statua lignea della «Maddalena» di Giovan Angelo Del Maino, parte di un «Compianto» di cui le raccolte milanesi possedevano il «Nicodemo». 

Nella sala della scultura lignea già si trovavano, tra le altre opere, tre personaggi del «Compianto» di Santa Maria Bianca in Casoretto, opera del non ancora identificato Maestro dei Compianti, e il «Nicodemo» di Giovan Angelo Del Maino, ai quali ora si aggiunge la «Maddalena», parte del gruppo di cinque figure superstiti disperse tra le due guerre, secondo il parere di Federico Zeri che le studiò nel 1990 su una fotografia dell’Archivio Fotografico di Brera. 

In quell’occasione Zeri (come poi Giovanni Romano e Paolo Venturoli) attribuì con sicurezza la «Maddalena» a Giovan Angelo Del Maino, assegnandola, con le altre quattro, al «Sepulcro» commissionatogli nel 1529 per la chiesa dell’Annunziata di Piacenza, rasa al suolo dopo le soppressioni napoleoniche: attribuzione e collocazione di recente riconfermate da Raffaele Casciaro. Carica di pathos, la bocca spalancata in un grido, i lunghi capelli scarmigliati, la «Maddalena» è capolavoro di colui che è considerato «il più grande scultore in legno dell’Italia settentrionale e uno dei più importanti artisti lombardi della prima metà del Cinquecento» (Venturoli). 

Giovan Angelo Del Maino era figlio di Giacomo, anch’egli scultore di fama, cui fu affidata l’ancona lignea (perduta) per la prima «Vergine delle rocce» ora al Louvre, dipinta da Leonardo per la chiesa distrutta di San Francesco Grande a Milano. Il giovane collaborò prima con il padre, poi con il fratello minore (in tutti i sensi) Tiburzio. Ma grazie a Claudio Salsi, prima e dopo la sua nomina a direttore della Soprintendenza Castello Sforzesco, Musei Archeologici e Musei Storici, e a Francesca Tasso, conservatore responsabile del museo, sono riemerse dai depositi del Castello altre sculture di Del Maino, ora restaurate ed esposte nella sala. I Musei del Castello, fra i quali il nuovo, visitatissimo Museo della Pietà Rondanini, sono del resto fra i fiori all’occhiello della città dell’Expo, frequentati lo scorso anno da 652.669 persone. 

 

Ada Masoero, 13 maggio 2016 | © Riproduzione riservata

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Maddalena a bocca aperta | Ada Masoero

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